PESCARA - Si sono delineati terribili particolari sull'uomo bruciato vivo in un' auto con la sua bambina in via di Chiusi nella frazione Rancitelli: c'è stata all'inizio una lite ndella macchina tra marito ed ex moglie davanti alla figlia di cinque anni, poi la follia dell'uomo che sparge benzina da una tanica addosso a tutti e dà fuoco all'abitacolo, bloccando il tentativo estremo della donna di strappare la bimba alle fiamme, perché lui la teneva stretta in braccio. La donna riesce a sfuggire, ma non a strappare la bamina all'uomo. Una storia di maltrattamenti finita in tragedia, con padre e figlia morti carbonizzati, e la madre ricoverata in gravi condizioni al Centro Grandi Ustionati dell'ospedale S.Eugenio di Roma. L'uomo, 48 anni, era stato denunciato dalla donna per stalking.
L'uomo si chiamava Gianfranco Di Zio ed era residente a Cepagatti, così come la donna, Ena Petrangolo di 44. La figlioletta si chiamava Neyda.
L'uomo si chiamava Gianfranco Di Zio ed era residente a Cepagatti, così come la donna, Ena Petrangolo di 44. La figlioletta si chiamava Neyda.
La coppia viveva un momento di forte tensione, come dimostra la denuncia presentata dalla donna il 13 aprile per maltrattamenti, in quanto il marito era una persona violenta. Circa un anno fa si erano lasciati. L'uomo aveva iniziato a tormentare la donna, tanto da essere condannato per stalking in quanto violento e possessivo. Non tollerava che la figlia vivesse assieme ai tre figli del precedente matrimonio della donna.
In base alla ricostruzione della squadra mobile l’uomo, dopo la nascita della bimba, sarebbe diventato particolarmente violento e possessivo nei confronti della piccola, rendendo così impossibile la convivenza. La donna ha denunciato ad aprile dello scorso anno il suo compagno ai carabinieri di Cepagatti e nel mese di maggio nei suoi confronti è stato disposto l’allontanamento dalla casa familiare, poi ad ottobre c’è stata la condanna ad un anno. A quel punto il Tribunale dei Minori ha disposto che l’uomo vedesse la bambina solo alla presenza degli operatori sociali del Comune una volta a settimana per un’ora, come effettivamente è stato, a scuola.
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