mercoledì 16 maggio 2012

Ragazzina quindicenne uccisa in Cambogia: difendeva le sue terre dallo sfratto


Una dimostrazione per ricordare l'attivista ucciso Chut Wutty

PHNOM PENH (Cambogia) - e forze di sicurezza in Cambogia hanno ucciso una ragazza di 15 anni che stava partecipando a una protesta per un presunto furto di terra dovuto allo sviluppodi una piantagione di piante da gomma su terreni agricoli nella parte orientale della provincia di Krati. I residenti locali, armati di asce e balestre, non sgomberano l'area. Questo è l'ultimo di una serie di scontri: il mese scorso l’attivista ambientalista Chut Wutty è stato ucciso in una regione moinacciata della foresta.
I dettagli che circondano la morte di Wutty non sono chiari, ma  è stato ucciso in uno scontro con la polizia durante un viaggio nel sud-ovest del paese. Aveva aiutato le popolazioni indigene cercando di fermare lo sfruttamento delle foreste protette. Oggi gli scontri hanno coinvolto 400 membri delle forze di sicurezza e circa 200 abitanti del villaggio dove abitava la ragazzina uccisa.
Le autorità dicono che il terreno in questione è di proprietà del governo, ma gli attivisti sostengono che gli abitanti del villaggio hanno coltivato la terra per molti anni e non hanno altro posto dove andare se la società privata s’impossessa dei terreni.
I dettagli della sparatoria fatale non sono chiare, anche se il governatore di Kratie, Sar Chamrong, ha confermato la morte della bambina
"La polizia ha sparato e un proiettile è rimbalzato e ha ucciso la quindicenne" ha detto. Ha poi accusato gli abitanti del villaggio di cercare di occupare illegalmente la terra. Ma gruppi per i diritti umani hanno accusato la polizia e gli ufficiali militari di aver aperto il fuoco sui residenti che sono stati sfrattati con la forza dalle loro case.
Sfratti e i cosiddetti "accaparramenti di terre" hanno scatenato disordini in tutta la Cambogia e ha attirato le critiche delle Nazioni Unite. La scorsa settimana il governo ha annunciato la sospensione temporanea delle concessioni di terra ad aziende private per cercare di arginare il problema.

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