lunedì 21 novembre 2011

Almeno 40 morti in piazza Tahrir a Il Cairo. Stamane nuovi scontri. L'incubo della guerra civile

IL CAIRO - Nuovi scontri stamani a piazza Tahrir al Cairo, mentre sale il bilancio dei morti da sabato scorso. La polizia ha sparato i gas lacrimogeni per disperdere la folla, che ha risposto con il lancio di pietre. Il bilancio sale a oltre 40 morti. Lo ha detto una fonte dell'obitorio del Cairo, chiedendo l'anonimato."Stiamo cercando auto e di bare, perché non ne abbiamo abbastanza", ha aggiunto un'altra fonte mentre un medico, Mona Mina, ha riferito di aver visto almeno 15 vittime uccise con colpi d'arma da fuoco.
I feriti sarebbero oltre 1700.Quasi tutte le vittime degli scontri, secondo il governo, sono state uccise con colpi d'arma da fuoco. A dichiararlo è stato il sottosegretario alla Sanità Hesham Shiha, intervenuto ai microfoni di una delle reti della tv satellitare Al Jazeera. 
Gli incidenti in piazza Tharir, nella diretta di Al Arabiya






Un gruppo di giovani egiziani, a bordo di alcune moto, ha lanciato questa mattina alcune bombe molotov contro le forze della sicurezza impegnate in piazza Tahrir al Cairo. Lo riferisce l'inviato della tv satellitare Al-Arabiya. Intanto, secondo gli esponenti del movimento "6 aprile" presenti in piazza, a provocare oggi gli incidenti sono stati gli uomini dell'esercito, perché "i manifestanti avevano rispettato la tregua raggiunta ieri sera"-
Tutto ciò è un seguito degli scontri durissimi di domenica in cui pietre e bombe molotov sono state tirate contro i  corazzati da trasporto dell’esercito e della polizia. Le forze di sicurezza hanno risposto con gas lacrimogeni e proiettili di gomma.

Nelle prime ore della mattina era stato annunciato un accordo per una tregua, raggiunto con la polizia dall'imam della grande moschea di Omar Makram (dietro piazza Tahrir), sulla base - a quanto sembra - della riconsegna di un ufficiale e quattro agenti di polizia presi in ostaggio ieri sera dai manifestanti. 
Tuttavia poco dopo l'avvenuta riconsegna, la polizia è nuovamente intervenuta pesantemente per sgomberare parte della piazza, dove è stata nuovamente installata una tenda-ospedale. 
In conseguenza della chiusura del grande snodo stradale al centro della città, il traffico automobilistico è molto difficile perché è necessario utilizzare percorsi alternativi in strade meno agevoli. 
In un'improvvisata conferenza stampa in piazza Tahrir il generale Said Abbas, assistente del comandante militare della regione, ha voluto rassicurare che il sit in è un diritto garantito, a condizione che non venga danneggiato l'interesse pubblico. L'ufficiale ha anche affermato che sulla piazza non sono presenti agenti di polizia né militari ma un servizio d'ordine è stato organizzato per proteggere la zona dei ministeri, specie quello dell'interno. Ha quindi detto di aver chiesto ai manifestanti se sentivano la necessità che l'esercito predisponesse servizi per garantire la loro sicurezza.

Testimoni hanno riferito scene di panico quando centinaia di soldati e poliziori hanno assalito e pichhiato i manifestanti mentre tentavano di cacciarli da Tahrir Square. I feriti sono stati portati in cliniche improvvisate nelle strade e nelle moschee attorno alla piazza.
I manifestanti  accusano le forze di sicurezza di aver utiulizzato proiettili veri, un fatto negato da parte della polizia.


Secondo il portavoce del Movimento, Mahmoud Afifi, "il Consiglio militare (al governo in Egitto dalle dimissioni Mubarak a febbraio, ndr) sta trattando i giovani della rivoluzione con estrema violenza", precisando che gli attivisti del Movimento "sono presenti in piazza in gran numero". La crisi degli ultimi giorni, sottolinea, è il risultato del "fallimento del Consiglio supremo delle Forze armate nel gestire la fase di transizione".

Quanto alle istanze degli attivisti, questi ultimi chiedono di "fissare un'agenda per la consegna del potere a un presidente, un civile, al massimo entro il prossimo aprile, le dimissioni del governo di Essam Sharaf e la nomina di un governo di salvezza nazionale che goda del consenso delle forze politiche e che abbia piena competenza nel gestire quel che resta della fase di transizione, oltre - ricorda Afifi - alla formazione di una commissione d'inchiesta sugli ultimi incidenti per perseguirne i responsabili".
Le elezioni parlamentari in Egitto devono aver  luogo il 28 novembre. Ma i manifestanti protestano per un principio costituzionale che avrebbe proposto il controllo dei militari sulla politica dei civilie si preoccupano per il fatto  che l'esercito diverrebbe una forma di stato nello stato.
Mohamed Higazi, un portavoce per l'ufficio del primo ministro, ha detto che il governo continuerà il dialogo per il  raggiungimento di una costituzione che garantisce l'elezione di un governo civile.
L'esercito ha detto che vuole trasferire il potere a un presidente a a un parlamento civile, ma molti cittadini sono insoddisfatti del ritmo della transizione e temono la determinazione dei militari di restare al comando.
Alcuni hanno espresso poca fiducia nell'attuale governo, dicendo che ci sono stati pochi progressi dalla cacciata di Mubarak.
"Non è cambiato niente", ha detto Zahra, un manifestante. "Siamo andati indietro. Il consiglio militare è spazzatura. Mubarak è ancora vivo e vegeto, e la gente sta morendo"..

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