mercoledì 27 novembre 2013

Senato: la Mussolini a testa bassa contro Alfano, “un pirana”. Voto anticipato alle 17

Alessandra Mussolini
ROMA - Nel dibattito generale in corso ora al Senato si sono iscritti a parlare 25 senatori. Sono ben 22 quelli che parlano contro la decadenza di Silvio Berlusconi, quasi tutti di Forza Italia, Gal e Nuovo Centrodestra. A favore della decadenza per Berlusconi sono iscritti solo due senatori del M5S. Si è iscritto a parlare anche il senatore del Psi Enrico Buemi, che era a favore del voto segreto e in passato si era espresso a favore della decadenza. Il voto sulla decadenza è stato anticipato alle 17.

Mussolini, Alfano è un pirana e voi Ncd ipocriti  - "I vostri sono voti appiccicosi. Se fossi stata io la capigruppo non li avrei accettati. Siete dei poltronisti, come dice Berlusconi, siete arrivati a un punto di non ritorno. Alfano è un pirana e preferisco chiamarlo Lino perché di Angelino non ha proprio nulla". La senatrice di Fi Alessandra Mussolini attacca a testa bassa i "cugini" di Ncd durante la discussione sulla decadenza del Cav e grida ai loro banchi più volte: "Non vogliamo i vostri voti".
Casini chiede sospensione in attesa Cassazione  - Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, presenta in aula una sospensiva sul voto di decadenza, in attesa delle decisioni della Cassazione sul conteggio dei tempi dell'interdizione. "La sentenza, giusta o sbagliata che sia, è sottoposta alle regole dello Stato democratico, che ne impongono l'applicazione" premette Casini, secondo il quale in Senato si intrecciano però "questioni giudiziarie e politiche" e "si segue la vita più impervia, che consente a Berlusconi di ergersi a vittima di persecuzione politica".

Schifani chiede il voto segreto, Grasso risponde no  - "Il parere della giunta del regolamento non è vincolante e chiedo che lei possa intervenire per ristabilire il voto segreto". La richiesta è del capogruppo del Nuovo Centrodestra, Renato Schifani, che condivide la richiesta della senatrice Casellati e di Nitto Palma di Forza Italia. Schifani parla di una "interpretazione innovativa" rispetto alla prassi del voto segreto, rivendicando che ''riguarda una persona che ha diritto alla segretezza del voto".
Il presidente Grasso ha respinto la richiesta. La Giunta per il Regolamento del Senato - ha detto Grasso - il 30/10 ha già stabilito che il voto fosse palese perché a tutela della composizione del plenum e non sulla persona. Non ci sono novità per riaprire ora il dibattito.

Berlusconi a Palazzo Grazioli - Giornata di attesa quella di Silvio Berlusconi che a Palazzo Grazioli è riunito da questa mattina con i suoi fedelissimi per preparare la scaletta dell'intervento che terrà in piazza, davanti la sua residenza, in occasione della manifestazione organizzata dal partito contro la sua decadenza da senatore. Il Cavaliere non andrà in Senato ad attendere il voto ma interverrà alla kermesse azzurra intorno alle 16 per poi far rientro a Milano ed aspettare con la famiglia l'esito del voto.

Malan, è colpo di stato soft  - "Il classico colpo di stato si fa con carri armati e fucili, questo lo si fa in modo più soft ma in maniera ancora più grave, perché i blindati li vedono tutti mentre le forzature giudiziarie sono un po' meno facili da vedere". Così ha dichiarato il senatore di Forza Italia Lucio Malan, intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Città Futura. "Quando nella sentenza c'è scritto che non ci sono prove di neppure un centesimo passato da Agrama a Berlusconi si fa una forzatura senza contare lo stravolgimento del regolamento del Senato sul voto che considero una spudorata, sfacciata violenza di quella legalità di cui tanti si sciacquano la bocca", aggiunge. Malan ha poi annunciato una richiesta di annullamento della seduta della giunta per violazione del segreto. "Se ci sarà un minimo di quel senso di legalità - ha aggiunto - si pretenda un voto segreto. Non tenterete nessuna strada di ostruzionismo? No, il nostro impegno continua, nonostante il nostro leader, l'uomo più votato della storia della Repubblica, venga messo fuori dal Parlamento per un presunta e non provata evasione fiscale", ha concluso il senatore.

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