Marco Milanese con Giulio Tremonti |
L'"urgenza", sancita dal gip di Venezia, che ha portato all'arresto è dettata dalla possibile reiterazione del reato. Nessun pericolo di fuga o occultamento delle prove hanno inciso sul provvedimento, ma il solo fatto che Milanese avrebbe potuto "reiterare il reato ai danni della pubblica amministrazione".
Scaramuzza nel provvedimento ha anche emesso, a carico dell'indagato, un decreto di sequestro preventivo per 500mila euro. Ossia il corrispettivo della presunta dazione che il consigliere dell'allora ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, avrebbe ricevuto tra l'aprile e il giugno 2010. Il Consorzio Venezia Nuova, guidato ai tempi dal presidente Giovanni Mazzacurati, avrebbe pagato Milanese attraverso Roberto Meneguzzo, patron della vicentina Palladio finanziaria, per fare in modo che il Cipe snellisse le pratiche per finanziare la continuazione della realizzazione dell'opera.
La dazione sarebbe avvenuta a Milano e per questo gli atti relativi a Meneguzzo sono stati trasferiti dal Tribunale del Riesame di Venezia in Lombardia per competenza territoriale. La decisione dell'arresto di Milanese è dovuta ai recenti sviluppi dell'inchiesta che hanno fatto emergere "sussistenti motivi di urgenza a provvedere".
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