ROMA - I soccorsi al tifoso napoletano ferito |
ROMA - E' stato sottoposto a provvedimento restrittivo per tentato omicidio Daniele De Santis, 48 anni, l'ultrà della Roma che è stato a lungo interrogato nella notte in relazione al ferimento di tre tifosi del Napoli. Secondo la ricostruzione degli investigatori, De Santis avrebbe prima provocato alcuni tifosi partenopei e poi, dopo la loro reazione violenta, avrebbe fatto fuoco. L'uomo è ricoverato all'ospedale Gemelli con una gamba rotta.
"In fin di vita"
La folle sparatoria ha causato tre feriti: il più grave è un tifoso napoletano di 30 anni, Ciro Esposito, che è in pericolo di vita e definito dai sanitari "in condizioni disperate". E' ricoverato all'ospedale Villa San Pietro: un proiettile gli ha trapassato un polmone e si è fermato sulla colonna vertebrale. Al San Pietro si trova ricoverato anche un altro tifoso del Napoli, di 43 anni, ferito alla mano destra. Il terzo supporter partenopeo, 32 anni, ferito da colpo di arma da fuoco a braccio e polso, è ricoverato al Santo Spirito. Il proiettile è stato estratto con una delicata operazione chirurgica dalla colonna vertebrale di Ciro Esposito. E' stato rianimato, stabilizzato e drenato. Le sue condizioni, però, si sono ulteriormente aggravate.
La pistola
"In fin di vita"
La folle sparatoria ha causato tre feriti: il più grave è un tifoso napoletano di 30 anni, Ciro Esposito, che è in pericolo di vita e definito dai sanitari "in condizioni disperate". E' ricoverato all'ospedale Villa San Pietro: un proiettile gli ha trapassato un polmone e si è fermato sulla colonna vertebrale. Al San Pietro si trova ricoverato anche un altro tifoso del Napoli, di 43 anni, ferito alla mano destra. Il terzo supporter partenopeo, 32 anni, ferito da colpo di arma da fuoco a braccio e polso, è ricoverato al Santo Spirito. Il proiettile è stato estratto con una delicata operazione chirurgica dalla colonna vertebrale di Ciro Esposito. E' stato rianimato, stabilizzato e drenato. Le sue condizioni, però, si sono ulteriormente aggravate.
La pistola
E' stata trovata una pistola, all'interno di un vivaio, nella zona di Tor di Quinto, vicino al luogo in cui sono rimasti feriti a colpi di arma da fuoco tre tifosi napoletani. La pistola è presumibilmente quella utilizzata per ferire le tre persone da Daniele De Sanctis: l'uomo non è sconosciuto alle forze di polizia. Fu infatti coinvolto, secondo quanto si è appreso, in una vicenda giudiziaria, poi prescritta, sulla sospensione del derby Lazio-Roma del 21 marzo 2004. La partita venne fermata in seguito alle pressanti richieste dei leader delle curve per le voci, poi rivelatesi infondate, della morte di un bambino investito da un'auto della polizia. L'ultrà avrebbe scavalcato, con altre persone, il recinto di gioco. E il derby finì sospeso, per colpa di quella clamorosa bugia. Che De Santis osò pronunciare in faccia al suo capitano: "Fidate, Francè: c'ho parlato con la mamma del ragazzino".
Le versioni
Le versioni
Un gruppo di tifosi partenopei, secondo una delle versioni che si stanno verificando, si sarebbe avvicinato a un'area verde - dove c'e' il "Ciak", un ex locale - vicino allo stadio Olimpico, dove si trovava l'ultrà della Roma). L'uomo, riconosciuto da alcuni tatuaggi, sarebbe stato aggredito da alcuni dei napoletani, contro i quali avrebbe quindi esploso i colpi di pistola. Al vaglio della polizia c'è però anche un'altra versione, quella secondo cui l'ultrà della Roma avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco prima e che poi sia stato colpito dai tifosi napoletani, che avrebbero reagito picchiandolo.
Secondo l'ultima ricostruzione degli investigatori, De Santis avrebbe prima provocato alcuni tifosi partenopei lanciando fumogeni contro di loro; poi, davanti alla loro reazione violenta, avrebbe fatto fuoco.
"Genny a'carogna"
Secondo l'ultima ricostruzione degli investigatori, De Santis avrebbe prima provocato alcuni tifosi partenopei lanciando fumogeni contro di loro; poi, davanti alla loro reazione violenta, avrebbe fatto fuoco.
"Genny a'carogna"
La partita è poi iniziata con 45 minuti di ritardo in un clima surreale e l’ha vinta (per quel che conta) il Napoli per 3 a 1. La partita si è giocata in un clima di palpabile tensione sugli spalti. Un capo tifoso del Napoli, seduto su una grata della curva Nord, Gennaro De Tommaso, detto "Genny 'a carogna", ha partecipato alla convulsa trattativa che ha preceduto l'inizio dell'incontro. E' stato lui, riconoscibile per un vistoso tatuaggio su tutto il braccio destro, che ha parlato col capitano del Napoli Hamsik, scendendo sul campo di gioco; ed è stato ancora lui, con ampi gesti, prima a chiedere il ritorno della calma in curva da cui erano state lanciate alcune bombe carta, e poi a dare l'assenso all'inizio della partita quando i funzionari delle forze dell'ordine sono andati sotto gli spalti per comunicare la decisione di giocare.
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