Un posto di blocco di filorussi a Sloviansk |
Una bandiera ucraina brucia ad Odessa |
KIEV - L'est dell'Ucraina è in fiamme: almeno una dozzina di morti accertati, numerosi feriti, due elicotteri abbattuti sono il bollettino provvisorio della giornata di guerra civile combattuta ieri nel russofono sud-est ucraino, dove Kiev ha rilanciato la sua offensiva militare a Sloviansk, roccaforte della rivolta separatista filorussa. Duri scontri anche a sud, a Odessa, dove la polizia non è riuscita ad evitare il peggio tra alcune centinaia di filorussi e 1500 manifestanti a favore dell'unità ucraina: 38 persone sono morte nell'incendio della Casa dei sindacati, appiccato dalle frange piu' radicali dei filo Kiev nell'edificio in cui si erano rifugiati i filorussi dopo gli scontri in città nei quali erano decedute quattro persone e che avevano scatenato una vera e propria 'caccia' ai filorussi. Il bilancio finale è di 42 morti e 125 feriti, tra cui 21 poliziotti. Le autorità cittadine hanno dichiarato tre giorni di lutto cittadino, da oggi ai 5 maggio.
Intanto a Sloviansk gli osservatori militari dell'Osce sono stati liberati, ha reso noto Vladimir Lukin, inviato del Cremlino nel sud-est ucraino, citato dalla tv Russia Today. Poco prima Viaceslav Ponomariov, autoproclamato sindaco di Slaviansk, aveva annunciato la sua intenzione di rilasciare a breve gli osservatori tenuti in ostaggio: ''Stanno seduti nel mio ufficio, sto parlando con loro per liberarli. Questo non ha a che fare con la situazione insicura nella città'', aveva dichiarato. Ponomariov aveva anche annunciato la morte, in nottata, di 10 civili del vicino villaggio di Andreievka che tentavano di bloccare un corteo di auto degli ultra nazionalisti di Pravi Sektor e il ferimento di altre 40 persone. Mancano per ora conferme indipendenti.
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