lunedì 5 maggio 2014

Boko Haram rivendica il rapimento delle studentesse. "Vendute come schiave a 12 dollari"

Abubakar Shekau, il capo di Boko Haram
ABUJA - Con un video di 57 minuti i ribelli integralisti di Boko Haram hanno rivendicato il rapimento in Nigeria delle oltre 200 liceali. "Ho rapito le vostre figlie", ha detto il capo del gruppo estremista Abubakar Shekau. Le studentesse, afferma, saranno trattate come "schiave", "vendute" o "sposate a forza". Ora circolano notizie su un loro possibile trasferimento in Ciad o Camerun dove sarebbero state vendute per 12 dollari ciascuna.
La dichiarazione giunge all'indomani della presa di posizione del presidente nigeriano Goodluck Jonathan, che ha promesso in televisione che il suo governo libererà le 223 studentesse rapite ormai il 14 aprile. Il presidente nigeriano ha poi chiesto aiuto a Barack Obama per risolvere l'emergenza sicurezza nel proprio Paese. "Parliamo a tutti i Paesi che speriamo ci aiutino, e gli Stati Uniti sono i primi. Ho già parlato due volte con il presidente Obama per risolvere i nostri problemi", ha aggiunto, citando anche Francia, Regno Unito e Cina.

Sembra ormai certo, d'altra parte, che gli estremisti del Boko Haram abbiano ricevuto aiuti "esterni", in particolare da parte delle frange qaediste della penisola araba e del Maghreb. Secondo diverse inchieste dei media locali, che citano tutti a più riprese Chris Moghalu, maggiore in pensione dell'esercito Usa, nelle 'casse' del gruppo - nel periodo compreso tra il 2006 e il 2011 - sarebbero finiti ben 70 milioni di dollari. Denaro ovviamente speso per scatenare la campagna di terrore che ha travolto il Paese. Le mamme delle liceali rapite hanno manifestato sabato a Lagos per fare "pressione" sulle autorità e giungere alla liberazione delle loro figlie. "Noi donne continueremo a protestare. Dobbiamo mantenere il nostro messaggio e la pressione sulle autorità militari e politiche affinché facciano tutto ciò che è in loro potere per garantire che queste ragazze siano rilasciate", ha detto Bala Usman Hadiza una delle organizzatrici della marcia.

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