ROMA - "Hanno preferito bocciare la mia mozione e darla vinta al Pdl. La riforma elettorale è rimandata alle calende greche". Così in un'intervista a Repubblica il vicepresidente Pd della Camera, Roberto Giachetti, commenta la bocciatura - in primis da parte del suo partito - del suo tentativo di reinstaurare il Mattarellum come legge elettorale. "Ora in qualsiasi momento dovesse andare in crisi il governo, è chiaro che dovremo andare a votare nuovamente con la legge di Calderoli".
Giachetti racconta di essere stato chiamato ieri dal premier Enrico Letta, "mi ha chiesto in modo molto amichevole di ritirare la mia mozione. Gli ho spiegato che non potevo, che era una battaglia per la quale ho messo a repentaglio la mia salute". Giachetti però smentisce di essere stato lasciato solo dal partito: "Settanta delle 98 firme alla mozione sono del Pd. Andate a controllare gli assenti al voto: almeno una cinquantina fra prodiani e renziani hanno preferito non presentarsi piuttosto che votare contro il testo".
Però Giachetti ricorda lo sciopero della fame contro il Porcellum, l'anno scorso, e come "Dopo 123 giorni, l'unica persona che mi ha scritto è stato il presidente Napolitano. E anche in questi 15 giorni dalla presentazione della mozione, nessuno nel Pd si è preoccupato di aprire un confronto". Quanto all'accusa di aver agito per spaccare il partito da "renziano", Giachetti protesta: "Accuse ridicola. Tra i firmatari c'è di tutto". E di fronte al MoVimento 5 Stelle che ha votato commenta "sì, dopo molteplici giravolte sul tema. Astuzia e tatticismi che non mi interessano. Sono e resto democratico" .
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