sabato 26 gennaio 2013

Alberto Bevilacqua, in gravi condizioni, “ostaggio” di una clinica privata


ROMA -  Si sono aggravate le condizioni di Alberto Bevilacqua, ricoverato in una clinica privata a Roma tre mesi fa per uno scompenso cardiaco. Le condizioni dello scrittore appaiono preoccupanti, con un'infezione alle vie respiratorie che compromette le funzioni vitali. Ma il caso è finito sul tavolo di un pm: Bevilacqua necessita del trasferimento in una struttura pubblica ma per farlo è necessaria la firma di un parente o di un congiunto. La compagna non può e ha sporto denuncia.
La donna, Michela Macaluso, come riportato dal Corriere della Sera, ha depositato in Procura una denuncia nei confronti della casa di cura “Villa Mafalda”, struttura presso la quale l’autore è ricoverato. Secondo l'esposto, lo scrittore sarebbe ostaggio della struttura privata che, nonostante il peggioramento del paziente, non ha ancora provveduto a trasferirlo.
I magistrati hanno già aperto un’inchiesta per lesioni colpose nei confronti dei medici della casa di cura. Sequestrate la documentazione e la cartella clinica del paziente. La Macaluso ha scelto di rivolgersi ai magistrati nella speranza che l'autorità giudiziaria riesca a sbloccare il trasferimento. L'avvocato, Giuseppe Zaccaria, sostiene che questa misura sia l'ultima speranza di "salvare la vita a Bevilacqua".

"La mia cliente - dice il legale sul Corriere - è angosciata e stupefatta. Malgrado l'emergenza infatti, i medici di Villa Mafalda continuano a non provvedere al trasferimento in un’altra struttura in grado di offrire allo scrittore le dovute cure specifiche"
Bevilacqua e la Macaluso non sono sposati e per tanto la firma della compagna per il trasferimento non avrebbe nessun valore. Ma oltre al danno come sempre non può mancare la beffa, Michela Macaluso si è appena vista recapitare una lettera dalla direzione di “Villa Mafalda” dove si comunica che la retta per i tre mesi di ricovero è pari a 640mila euro.

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