martedì 29 gennaio 2013

Montepaschi, primi due indagati per truffa (Mussari e Baldassari)


SIENA - Dall'inchiesta della Procura di Siena sul buco di bilancio di Montepaschi emerge che i vertici della banca, l'ex presidente Giuseppe Mussari e il responsabile dell'Area Finanza all'epoca dei fatti (2007-2012) Gianluca Baldassari, nascosero agli azionisti le operazioni sui "derivati" tentate per risanare il debito emerso con l'acquisto di Antonveneta. Mussari e Baldassari sono perciò indagati per truffa.
Al vaglio degli inquirenti anche la posizione di altri responsabili tra cui l'ex direttore generale Antonio Vigni. Come riporta il Corriere della Sera, per cercare di ripianare il grosso buco dato dall'esborso per Antonveneta Mps avrebbe sottoscritto due contratti con Jp Morgan con condizioni capestro. I contratti, siglati da Baldassari, avallati da Mussari, furono tenuti in cassaforte per tre anni da Vigni. L'operazione sarebbe dovuta servire a colmare le perdite provocate dalla plusvalenza di Antonveneta, comprata dagli spagnoli del Santander a settembre 2007 per 6,3 miliardi di euro e rivenduta a Mps due mesi dopo per 9,3 miliardi di euro, più un miliardo di euro per gli oneri. 

L'accordo con Jp Morgan sarebbe stato presentato come un aumento di capitale ma, in realtà, e su questo la Procura sta indagando,sarebbe stato un vero e proprio prestito. Il contratto non solo sarebbe stato tenuto segreto agli azionisti, nonostante l'obbligo per legge di informarli, ma non sarebbe neppure stato registrato sui libri contabili. 

I vertici aziendali sono accusati anche di ostacolo agli organi di Vigilanza. Nelle lettere a Bankitalia che aveva chiesto chiarimenti a a Mps il 23 settembre 2008, Vigni rispose che per garantire che "in ordine all'assorbimento delle perdite, Jp Morgan ha acquistato le proprietà delle azioni senza ricevere alcuna protezione esplicita o implicita dalla banca". In un'altra lettera del presidente del collegio sindacale Tommaso Di Tanno e dei due sindaci Leonardo Pizzichi e Pietro Fabretti si legge che "nel suo complesso l'operazione patrimoniale con Jp Morgan realizza il pieno e definitivo trasferimento a terzi del rischio d'impresa per quanto attiene sia al capitale assorbimento delle perdite, sia alla remunerazione annuale (flessibilità dei pagamenti), replicando quindi agli effetti economici delle azioni". Ma, secondo le verifiche dei magistrati, queste dichiarazioni "non sono corrispondenti al vero" e si configurano elementi di accusa di ostacolo agli organi di Vigilanza.

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