domenica 9 dicembre 2012

Se salta la conversione del dl sulle Province, sarà “caos amministrativo”


ROMA - La mancata probabile conversione del dl sulle Province comporterà "un periodo di incertezza per l'esercizio di funzioni fondamentali per i cittadini (manutenzione di scuole superiori e strade, gestione rifiuti, tutela idrogeologica e ambientale)". E' quanto si legge in uno studio del governo. Inoltre ci sarebbe "una situazione di caos istituzionale con la lievitazione dei costi per Comuni e Regioni e il blocco della riorganizzazione periferica dello Stato".
In assenza dell'approvazione del dl sulle Province si torna al decreto Salva Italia, sottolinea poi lo studio, realizzato dal dipartimento delle Riforme del ministero della Funzione pubblica, inviato ad alcuni senatori. Di conseguenza, sono diversi i problemi con i quali ci si troverebbe a confrontarsi. 
Senza più il riordino, si rischia di fatto un labirinto normativo, insieme con un innalzamento dei costi per gestire le funzioni tipiche delle Province. I territori resteranno quelli attuali e saranno quindi le Regioni a gestire le loro funzioni, dalle strade alle scuole, ai rifiuti. E questo processo comporterà un aumento dei costi, dal momento che il personale regionale ha stipendi più alti di quello provinciale. 
"I perimetri e le dimensioni delle Province - sottolinea il documento - resterebbero quelli attuali ('rinascono' 35 province) e verrebbe meno l'individuazione delle funzioni 'di area vasta' come funzioni fondamentali delle Province, sicchè le province restano titolari di sole funzioni di indirizzo e coordinamento". 
Di conseguenza, si evidenzia nello studio, "le Regioni dovranno emanare entro la fine di quest'anno leggi per riallocare le funzioni tra Comuni e Regioni medesime. Non potendo allocare le attuali funzioni provinciali a livello comunale, trattandosi per l'appunto di funzioni di area vasta e quindi di livello sovracomunale, ciò comporterà - dicono gli esperti - tendenzialmente la devoluzione delle funzioni alle Regioni con conseguente lievitazione dei costi per il personale (il personale regionale costa più di quello provinciale e comunale) e la probabile costituzione di costose agenzie e società strumentali per l'esercizio delle funzioni".

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