Banda Aceh dopo lo tsunami del 2004 |
Wati era nel villaggio di Baroh Ujong quando sono arrivate le acque alluvionali. Sua madre, Yusniar, stava cercando di portare lei e i suoi due fratelli in un posto sicuro, ma la bimba aveva perso la sua presa sul braccio di sua madre ed era stata strappata via dalle acque impetuose, lasciando la madre incapace di aiutarla.
Yusniar era riuscito a salvare i suoi due altri figli, ma lei e il resto della famiglia alla fine si erano dovuti rassegnare all'idea che Wati era stato persa e l'avevano pianta come morta.
L'ormai adolescente Wati è stato avvistata in un bar vicino alla sua casa di West Aceh, in Indonesia. Ha detto che "era venuta in autobus da Banda Aceh e stava cercando di trovare i suoi familiari, ma non sapeva come fare. Anche lei non riusciva a ricordare i nomi dei suoi genitori o parenti, tranne uno, Ibrahim.
Più tardi quel giorno, Wati e qualcuno che aveva incontrato si era presentata a casa di un uomo. Il suo nome? Ibrahim. Dopo aver ascoltato il racconto, Ibrahim ha subito intuito che la ragazza potesse essere la sua nipote che pensava perduta e, dopo uno sguardo più da vicino alla ragazza dalla pelle scura, si è convinto che era Wati, la bimba dispersa nello tsunami sette anni fa. Ibrahim ha chiamato i genitori che ono accorsi ed hanno confermato che era la loro figlia a causa di una piccola cicatrice che aveva da bambina. La ragazza ha raccontato di essere stata liberata da una donna che l'aveva presa sotto la sua protezione dopo lo tsunami e che successivamente l'aveva costretta a mendicare per le strade di Meulaboh, nella provincia di Banda Aceh, una delle piu' colpite dallo tsunami. La ragazzina ha raccontato di aver chiesto ad un taxi di riportarla a casa. I genitori della ragazza avevano anche un'altra figlia, piu' grande, tuttora dispersa.
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