ROMA - "Non avrei obiezioni se decideste di chiamare il pacchetto 'cresci Italia', invece di "salva Italia". Lo ha detto il premier, Mario Monti, nella conferenza stampa di fine anno.
In questa nuova fase, dopo la manovra, "l'esigenza dei conti pubblici e dell'equita' saranno altrettanto presenti" ha garantito il premier che ha aggiunto: "nessuno pensi ne' che occorra un'altra manovra nel senso classico della costrizione, ne', che siccome e' stata fatta una manovra pesante e robusta, ora significhi larghezza finanziaria"
"Non c'e' mai stata agli occhi del governo una fase uno separata dalla fase due perche' il nostro provvedimento ha recato come intitolazione crescita equita' e consolidamento dei conti pubblici" ha poi spiegato Monti.
"Come avete sicuramente osservato, senza sbandierare la patrimoniale, abbiamo operato per alleviare l'onere fiscale su chi produce portandone una parte su chi detiene ricchezza", ha detto ancora Monti .
Poi Monti ha elencato i "lavori in corso". Sforzo intenso e ben distribuito sulle liberalizzazioni; lavoro e ammortizzatori sociali, negoziando con le parti sociali "ma con una certa rapidità" la maggiore flessibilità dell'economia; iniziative sulle infrastrutture; la coesione territoriale.
Monti ha concluso l'introduzione prima delle domande dei giornalisti con un augurio di buon anno all'Italia e al presidente Giorgio Napolitano. E un augurio ai cittadini: "Sono consapevole del fatto di aver chiesto molti sacrifici e molte rinunce e credo che ci sia una grande comprensione della necessità di questo sforzo comune per dare una maggiore speranza nell'Italia ai nostri figli e nipoti".
Parlando con i giornalisti, Monti ha detto: "L'Italia ha rischiato brutto. Eravamo vicinissimi alla Grecia: Stavamo andando in direzione sud est, poi abbiamo frenato. Eravamo arrivati sull'orlo di un burrone senza parapetto, e avevamo forze che ci spingevano. Abbiamo puntato i piedi e abbiamo evitato la caduta. C'erano molti avvoltoi nel cielo: ma non siamo caduti, quindi non ci mangiano''. Ma c'e' mancato poco: ''La situazione e' stata acciuffata per i capelli''.
L'agenda del governo e' fitta di impegni per i prossimi tre mesi. Per il vertice dell'eurogruppo del 23 gennaio, Monti pensa di portare a Bruxelles una ''prima tranche'' di misure per lo sviluppo. Il governo intende andare avanti in parallelo sulle liberalizzazioni (ci sara' ''uno sforzo intenso e ben distribuito sulla concorrenza e le liberalizzazioni in modo sistematico'') e sulla riforma del mercato del lavoro; ma quest'ultimo capitolo presuppone un confronto con le parti sociali che richiedera' un po' piu' di tempo. La seconda tranche di misure sara' comunque pronta per il consiglio europeo di febbraio. Sui contenuti delle riforma sul mercato del lavoro, il modello e' quello dei paesi nordeuropei: ''L'Italia non e' la Danimarca, ma la direzione e' quella'': dunque ' piu' flessibilita' (''il lavoro sempre nello stesso posto sara' sempre piu' raro'') temperata da una buona rete di protezioni. Questi gli obiettivi primari. Poi, certo, il debito pubblico va certamente aggredito: ma non e' il momento di parlarne. Comunque, dice Monti su questo tema, ''non escludo niente''.
Parlando con i giornalisti, Monti ha detto: "L'Italia ha rischiato brutto. Eravamo vicinissimi alla Grecia: Stavamo andando in direzione sud est, poi abbiamo frenato. Eravamo arrivati sull'orlo di un burrone senza parapetto, e avevamo forze che ci spingevano. Abbiamo puntato i piedi e abbiamo evitato la caduta. C'erano molti avvoltoi nel cielo: ma non siamo caduti, quindi non ci mangiano''. Ma c'e' mancato poco: ''La situazione e' stata acciuffata per i capelli''.
L'agenda del governo e' fitta di impegni per i prossimi tre mesi. Per il vertice dell'eurogruppo del 23 gennaio, Monti pensa di portare a Bruxelles una ''prima tranche'' di misure per lo sviluppo. Il governo intende andare avanti in parallelo sulle liberalizzazioni (ci sara' ''uno sforzo intenso e ben distribuito sulla concorrenza e le liberalizzazioni in modo sistematico'') e sulla riforma del mercato del lavoro; ma quest'ultimo capitolo presuppone un confronto con le parti sociali che richiedera' un po' piu' di tempo. La seconda tranche di misure sara' comunque pronta per il consiglio europeo di febbraio. Sui contenuti delle riforma sul mercato del lavoro, il modello e' quello dei paesi nordeuropei: ''L'Italia non e' la Danimarca, ma la direzione e' quella'': dunque ' piu' flessibilita' (''il lavoro sempre nello stesso posto sara' sempre piu' raro'') temperata da una buona rete di protezioni. Questi gli obiettivi primari. Poi, certo, il debito pubblico va certamente aggredito: ma non e' il momento di parlarne. Comunque, dice Monti su questo tema, ''non escludo niente''.
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