Vladimir Putin |
MOSCA, 10 febbraio - Le speranze di trovare una soluzione diplomatica alla crisi in Ucraina sono affidate al vertice in programma domani a Minsk, ma la tensione fra le parti in causa è sempre altissima. Usa e Russia continuano a scambiarsi accuse ed è Angela Merkel a interpretare il ruolo di grande sostenitrice delle trattative. L’ultimo affondo è arrivato dal Cremlino. per il portavoce Dimitri Peskov, l’occidente cerca di destabilizzare la situazione in ucraina con la minaccia di nuove sanzioni e con l’ipotesi di inviare armi. Una posizione dura, lievemente attenuata solo dalla garanzia che “la Russia è veramente interessata a risolvere la crisi”. Secondo il segretario del consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev, se gli Stati Uniti decideranno di armare l'esercito di Kiev, nel sud-est ucraino ci sarà "un'ulteriore escalation del conflitto" e Mosca potrebbe reagire "con strumenti diplomatici". Nel frattempo 600 militari russi hanno iniziato un'esercitazione in Crimea, regione annessa dalla Russia nel marzo scorso dopo un controverso referendum.
A non escludere l’invio di armi è stato Obama. Il presidente statunitense ha accusato la Russia di aver “violato tutti gli impegni presi con gli accordi di Minsk, continuando a operare nell'ucraina dell'est, inviando soldati e artiglieria pesante e distruggendo interi villaggi". pur definendo “improbabile” l’intervento militare, ha anche detto che gli Usa sono pronti a fornire armi a Kiev se la via diplomatica dovesse fallire.
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