BOLOGNA, 26 FEBBRAIO - Claudio Scajola e Gianni De Gennaro sono indagati per cooperazione colposa in omicidio colposo nell'inchiesta bis sulla mancata scorta a Marco Biagi, ucciso a Bologna dalle Br il 19 marzo 2002. All'epoca Scajola e De Gennaro erano ministro dell'Interno e capo della Polizia.
La prima inchiesta fu archiviata. La nuova fu riaperta la scorsa primavera dopo la trasmissione a Bologna di nuovi documenti, in particolare appunti dell'ex segretario del ministro, Luciano Zocchi. A quanto si apprende è stato notificato un atto a Scajola e De Gennaro, oltre che ai familiari del giuslavorista, assistiti dall'avv. Guido Magnisi, in cui si chiede a una sezione speciale del tribunale di Bologna di interrogarli per sapere se intendono o meno avvalersi della prescrizione. L'inchiesta è del Pm Antonello Gustapane.
La prima inchiesta fu archiviata. La nuova fu riaperta la scorsa primavera dopo la trasmissione a Bologna di nuovi documenti, in particolare appunti dell'ex segretario del ministro, Luciano Zocchi. A quanto si apprende è stato notificato un atto a Scajola e De Gennaro, oltre che ai familiari del giuslavorista, assistiti dall'avv. Guido Magnisi, in cui si chiede a una sezione speciale del tribunale di Bologna di interrogarli per sapere se intendono o meno avvalersi della prescrizione. L'inchiesta è del Pm Antonello Gustapane.
Il reato contestato a Claudio Scajola e Giovanni De Gennaroi, la cooperazione colposa in omicidio colposo, è prescritto dal 2009, sette anni e mezzo dopo l'assassinio del giuslavorista, il 19 marzo 2002. Per questo, nella richiesta che la Procura di Bologna ha inviato alla sezione distrettuale del tribunale dei ministri, si chiede di interrogare i due indagati per sapere se intendano o meno rinunciare alla prescrizione. Nel caso in cui non intendano rinunciare, il tribunale archivierà.
Se invece rinunceranno alla prescrizione, gli atti verranno rimandati alla Procura che inoltrerà a propria volta una richiesta di autorizzazione a procedere al Senato. Questo in quanto Scajola è un ex ministro: secondo l'articolo 96 della costituzione, infatti, i ministri, "anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale".
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