GROSSETO, 21 febbraio - La Procura di Grosseto ha chiesto al Tribunale del Riesame di Firenze l'arresto di Francesco Schettino per il pericolo di fuga dell'ex comandante della Concordia, condannato in primo grado a 16 e un mese per il naufragio avvenuto venerdì 13 gennaio 2012. Il nuovo ciclone giudiziario a seguito di un servizio de "Le Iene" in cui un emissario intavolava una (finta) trattativa per un'ipotetica partecipazione di Schettino all' "Isola dei Famosi".
Nella registrazione del programma "Le Iene" non c'è niente di vero, nessuna possibile partecipazione all'Isola dei Famosi. E' una "trappola", ma l'emissario che dice di parlare per conto dell'ex comandante prova ad accordarsi per un compenso di circa due milioni di euro da versare - questa la sua richiesta - su un conto in Brasile.
I pubblici ministeri si sono messi subito al lavoro. C'è il sospetto che Schettino volesse raccogliere la somma di denaro per poi darsi alla fuga. Da qui la decisione di chiedere l'arresto, contrariamente a quanto deciso in sede processuale. La richiesta della misura cautelare sarebbe già stata depositata al Tribunale del Riesame.
Infine, ci sarebbe un giallo nel giallo. L'avvocato Domenico Pepe, storico difensore dell'ex comandante della Concordia, avrebbe rinunciato all'incarico perché, secondo alcune indiscrezioni, il fantomatico emissario che ha "trattato" con "Le Iene" sarebbe suo figlio Francesco. Schettino si dice furibondo, sostenendo di non aver mai saputo nulla della trattativa e ha affidato il suo pensiero ad un secco comunicato: "Sto valutando - scrive l'ex comandante - se presentare querela a mia tutela poiché non sono state verificate da "Le Iene" le effettive credenziali della persona che si è presentata come mio procuratore senza averne titolo".
Nella registrazione del programma "Le Iene" non c'è niente di vero, nessuna possibile partecipazione all'Isola dei Famosi. E' una "trappola", ma l'emissario che dice di parlare per conto dell'ex comandante prova ad accordarsi per un compenso di circa due milioni di euro da versare - questa la sua richiesta - su un conto in Brasile.
I pubblici ministeri si sono messi subito al lavoro. C'è il sospetto che Schettino volesse raccogliere la somma di denaro per poi darsi alla fuga. Da qui la decisione di chiedere l'arresto, contrariamente a quanto deciso in sede processuale. La richiesta della misura cautelare sarebbe già stata depositata al Tribunale del Riesame.
Infine, ci sarebbe un giallo nel giallo. L'avvocato Domenico Pepe, storico difensore dell'ex comandante della Concordia, avrebbe rinunciato all'incarico perché, secondo alcune indiscrezioni, il fantomatico emissario che ha "trattato" con "Le Iene" sarebbe suo figlio Francesco. Schettino si dice furibondo, sostenendo di non aver mai saputo nulla della trattativa e ha affidato il suo pensiero ad un secco comunicato: "Sto valutando - scrive l'ex comandante - se presentare querela a mia tutela poiché non sono state verificate da "Le Iene" le effettive credenziali della persona che si è presentata come mio procuratore senza averne titolo".
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