mercoledì 11 febbraio 2015

CAMERA, riforme costituzionali: avanti piano, quasi indietro

Votazioi (a rilento) alla Camera
ROMA, 11 febbraio - Procede a rilento l'esame delle riforme costituzionali in Aula alla Camera e, a questo punto, non è assolutamente scontato il via libera nei tempi previsti, entro sabato prossimo. Dopo il muro contro muro di ieri in mattinata la presidente della Camera, Laura Boldrini, con il via libera del Pd, ha accordato alle opposizioni tempi di parola aggiuntivi per l'Aula e invitato le opposizioni a evitare l'ostruzionismo e il governo a dialogare. Ma Sel, che ieri aveva criticato proprio la mancanza di possibiltà di espressione per le opposizioni, resta sulle barricate e invita Renzi a fermarsi
In mattinata erano ripresi i lavori in Aula con il Movimento cinque stelle che, però, stava facendo ostruzionismo. Il primo voto è arrivato dopo due ore e mezza dall'inizio della seduta, che anche oggi procederà fino alle 23. Restano da tenersi circa tremila votazioni su altrettanti emendamenti e subemendamenti. 
Alla Capigruppo, davanti ad una inattesa apertura unilaterale del capogruppo Pd Roberto Speranza, la presidente della Camera ha concesso un terzo dei tempi in più "per favorire un confronto sul merito senza ostruzionismo". Soddisfatto Renato Brunetta di Fi, che legge nell'ampliamento dei tempi "un fatto positivo": "Nonostante Renzi, la maggioranza ha fatto marcia indietro e ha consentito i tempi aggiuntivi. Tra Renzi e la maggioranza evidentemente non c'è un grande colloquio".  "E' giusto che ci siano i tempi aggiuntivi. L'opposizione ha il diritto di discutere, ma la maggioranza ha il diritto a vedere andare avanti i provvedimenti". Lo ha detto nell'Aula della Camera il capogruppo Roberto Speranza che ha ammonito: "Non accetteremo veti. Nelle prossime ore valuteremo tutte le possibili soluzioni per ragionare sul merito delle riforme, ma a chi pensa di poter opporre veti diciamo no e siamo pronti alla più grande battaglia politica e parlamentare".
 "Vorremo chiedere a Renzi e a al Pd se non è il caso di fermare la macchina perché la Costituzione è anima del Paese e l'idea che possa essere cambiata con l'imprimatur berlusconiano la troviamo contraddittoria". Così il leader di Sel, Nichi Vendola che aggiunge: "Bisogna fermarsi a discutere senza camicie di forze che stanno umiliando il Parlamento". I deputati di M5S non sembrano soddisfatti dall'allargamento dei tempi per intervenire sulle riforme nell'Aula della Camera: tutti stanno intervenendo a raffica sul processo verbale, a testimonianza che non intendono rinunciare all'ostruzionismo. 

Oltre alla questione dell'ostruzionismo, sulle riforme restano comunque da sciogliere ancora alcuni nodi dentro la stessa maggioranza. Due i capitoli principali, su cui insiste la minoranza Pd: quello legato alle norme transitorie per il ricorso preventivo alla Corte costituzionale in materia di legge elettorale e quello relativo alla possibilità di scorporare le spese per investimenti dal pareggio di Bilancio previsto in Costituzione, a cui si aggiungono i capitoli relativi al procedimento legislativo, alle competenze Stato-Regioni nonché quello relativo al quorum necessario per la dichiarazione di guerra.

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