venerdì 5 dicembre 2014

NEW YORK, seconda notte di manifestazioni, 50 arresti. A Phoenix un altro nero disarmato ucciso dalla polizia

I manifestanti bloccano il ponte di Brooklyn



NEW YORK- Almeno 50 fermati a New York nella seconda notte consecutiva di proteste per l'impunità nei casi di agenti bianchi che uccidono afro-americani disarmati. Ad alimentare la rabbia, dopo il proscioglimento dell'agente che a luglio a Staten Island aveva soffocato Eric Garner mentre lo arrestava, è arrivata la notizia dell'uccisione di un altro afro-americano disarmato a Phoenix, il 34enne Rumain Brisbon, dopo che era stato fermato alla guida di un Suv: la polizia ha scambiato una bottiglietta per una pistola ed ha sparato I manifestanti sono sfilati in corteo da Foley Square, nel sud di Manhattan, e hanno bloccato il ponte di Brooklyn urlando "Non riesco a respirare", le ultime parole pronunciate da Garner prima di morire. In 7mila hanno circondato il quartier generale della polizia nella Grande Mela e altri 1.500 hanno protestato a Harlem.
  I manifestanti hanno anche imposto la chiusura dell'Holland Tunnel e della West Side Highway di Manhattan, paralizzando il traffico nella Grande Mela. La rabbia per la mancata incriminazione dell'agente Daniel Pantaleo che soffoco' Garner e per il nuovo caso di Phoenix è esplosa anche a Chicago, Orlando, Baltimora, Boston e Seattle, dove si è sfiorato lo scontro tra manifestanti e poliziotti. A Washington un corteo si e' diretto verso Capitol Hill, anticipando la marcia organizzata per il prossimo 14 dicembre.
  A guidare il corteo verso il ponte di Brooklyn, nella Grande Mela, è stata Costance Malcom, mamma del 18enne Ramarley Graham ucciso nel 2012 da un poliziotto mentre era a casa, nel Bronx, disarmato. "Hanno ucciso mio figlio nella mia casa. Non rappresentava una minaccia per nessuno e l'hanno fatto fuori come se niente fosse - ha denunciato - dobbiamo far sentire la nostra voce, siamo stanchi, dobbiamo reagire". Vicino al Barclays Center sono state allineate delle finte bare con i nomi delle vittime della polizia. Manifestanti di ogni razza, in gran parte giovani, hanno reclamato "Giustizia" issando cartelli con le critte scritto "Le vite dei neri contano", "Il Gran giurì è una truffa", "La nostra democrazia sta soffocando". Le proteste a New York sono iniziate verso le 18.30 con marce sui marciapiedi ma poi, con il passare delle ore, sono dilagate nelle strade mandando in tilt il traffico cittadino. Il sindaco Bill de Blasio, pur invitando alla calma, si e' schierato con i manifestanti: "Tutto cio' sta accadendo perché è cio' che la gente vuole. Continuate a chiedere". Solo verso la mezzanotte (ore 6 in Italia) la folla dei manifestanti ha cominciato a diradarsi mentre la polizia portava via le persone arrestate. Indossando un cappellino verde per essere riconosciuti, un gruppo di avvocati chiedeva il nome a quanti finivano in manette per presentare richiesta per farli liberare.


Il morto di Phoenix: scambiato dal poliziotto un barattolo per una pistola
I manifestanti a Phoenix
PHOENIX - Un nero disarmato, Rumain Brisbon, 34 anni, sospettato di traffico di droga è stato ucciso da un poliziotto bianco a Phoenix.  L’ufficiale di polizia che ha scambiato uncontenitore di pillole per una pistola. La polizia di Phoenix dice che l'ufficiale temeva che  il sospetto fosse armato durante la loro lotta, ma alcuni critici dicono che il poliziotto si è spinto troppo in là. Subito, nella notte di ieri manifestanti, tra cui attivisti per i diritti civili, sacerdoti e membri della comunità, si sono riuniti al Civic Space Park  e hanno marciato verso la sede della polizia
In parte, i manifestanti chiedevano che la polizia rilasciasse il nome del funzionario che aveva sparato Brisbon. L'ufficiale è stato identificato solo come un poliziotto di 30 anni, che è un veterano, da sette anni nel reparto.
Secondo il sergente Trent Crump, l'ufficiale ha risposto martedì a segnalazioni su qualcuno che vendeva droga a bordo di un SUV Cadillac. Dopo aver localizzato il SUV, il poliziotto ha ordinato a  Brisbon, l'unico occupante, per mostrare le sue mani.
Le autorità dicono Brisbon è corso dentro un condominio e poi è uscito iniziando a lottare con l'ufficiale. Poi ha messo la mano in tasca, e quando l'ufficiale l’ha afferrata, ha pensato di aver sentito  l'impugnatura di una pistola. La polizia dice che l'ufficiale ha intimato ripetutamente Brisbon di togliere la mano in tasca, poi gli ha sparato due volte quando non lo ha fatto.
Brisbon, un ex detenuto, è stato colpito al torace e poi dichiarato morto sul posto.Gli investigatori hanno recuperato una pistola semi-automatica e un barattolo di marijuana nel suo SUV.

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