ROMA - Restano fibrillazioni nei partiti sulle riforme ed è in forse il vertice di lunedì prossimo tra Renzi e M5s. Il presidente Pd Orfini, in un'intervista a Repubblica, dice che è possibile "rafforzare i contrappesi. Non vedo, però, - aggiunge - cosa c'entrino le preferenze".
Intanto il capogruppo alla Camera di Fi Renato Brunetta in un'intervista al Corriere afferma: "Non cambio idea su elettività al Senato". E il senatore forzista Augusto Minzolini, intervistato dal Messaggero mette in guardia: "Attenti al tweet di Renzi #forzaitaliastaiserena".
"È indubbio che se Juncker non si fa carico delle nostre esigenze di flessibilità non lo voteremo". Così il capogruppo Pse, Gianni Pittella, in un'intervista a Qn. Ed avverte: "non lo sosterremmo e per lui sarà difficile, perché senza i voti dei socialisti non c'è maggioranza". La partecipazione di Juncker alla riunione dei socialisti in Parlamento in programma martedì, "sarà uno dei momenti di verità", sottolinea Pittella, "dovrà dirci cosa intende fare per l'ambiente, per la sostenibilità, per l'occupazione...In ogni caso le sue rassicurazioni verbali da sole non ci bastano, ma dovrà inserirle nel piano programmatico. E poi molto dipenderà dalle scelte sui commissari, perché se per gli Affari economici si sceglie un falco, un dogmatico dell'austerità, allora non va". Al posto di Olli Rehn, continua Pittella, "serve il miglior esecutore possibile di un compromesso equilibrato, che in questi anni non sia stato né il sacerdote dell'austerità né il capofila degli scialacquatori".
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