TEMPIO PAUSIANIA - La villetta della strage |
Angelo Frigeri, fermato per complicità nella strage |
Secondo alcune indiscrezioni l'uomo, specializzato in impiantistica, stava eseguendo dei lavori all'interno dell'abitazione della famiglia Azzena e forse proprio per questa ragione era in possesso delle chiavi. Forse proprio i cavi, fili elettrici o telefonici usati per la sua normale attività, sono stati utilizzati per strangolare le tre vittime.
Il 35enne, a quanto pare, è stato inquadrato dal sistema di videosorveglianza di alcune attività commerciali. Un ''commando'' di assassini sarebbe stato ripreso da un video ed ora è al vaglio degli inquirenti. L'artigiano avrebbe fatto entrare in casa gli assassini, avendo libero accesso, visto che era impegnato a eseguire dei lavori nell'appartamento. Ma cosa sia accaduto effettivamente in quell'abitazione e quante persone siano state coinvolte rimane un mistero. Angelo Frigeri nel suo lungo interrogatorio, secondo indiscrezioni ancora non confermate, avrebbe detto di essere stato minacciato e obbligato a far entrare in casa due persone. Non è chiaro se poi sia uscito per fare il "palo". Ancora da chiarire anche se il delitto sia stato premeditato o se a scatenarlo sia stata la reazione di uno dei componenti della famiglia. Nelle prossime ore Frigeri sarà nuovamente interrogato.
I militari sono alla ricerca di un movente, nessuna ipotesi viene scartata, ma al momento la pista più accreditata sembra essere quella legata ad una vendetta nel mondo degli usurai o delle loro vittime. Nel 2008, infatti, Giovanni Maria Azzena venne arrestato insieme ad altre due persone, Osvaldo Premuselli, assicuratore di Tempio, e Piero Dati, imprenditore napoletano, nell'ambito di un'inchiesta su una serie di prestiti a strozzo, con tassi di interesse dal 50 al 200 per cento, sfociata in un processo che è tutt'ora in corso. Nonostante in paese Azzena sia descritto come una persona gioviale e serena, sempre sorridente, dalle indagini dell'epoca era emersa un'altra lettura del suo carattere. Da una intercettazione telefonica, in particolare - riproposta da L'Unione Sarda - si trae l'immagine di un uomo duro con i deboli, i poveracci a cui avrebbe prestato i soldi con interessi vorticosi. "Io sono buono ma divento molto cattivo, molto cattivo hai capito, io so che sei venuto a domandarmi i soldi piangendo e te li ho dati", questa la registrazione della chiamata. I carabinieri stanno ora lavorando sul fronte dei commercianti che si sarebbero rivolti a lui per i prestiti, vittime dell'epoca che probabilmente saranno sentite dagli inquirenti nelle prossime ore.
Nessun commento:
Posta un commento