mercoledì 7 dicembre 2011

Se l'Italia piange, la Grecia non ride...



Cieli (economici) ancora nuvolosi sulla Grecia
ATENE - Con 245 voti a favore e 41 contrari su 300 deputati, il Parlamento greco ha approvato in nottata il bilancio del 2012 che contiene misure per ridurre il rapporto deficit/Pi
che contiene misure per ridurre il rapporto deficit/Pil dando così un cruciale ''via libera'' al governo di coalizione guidato dal premier Lucas Papademos per portare avanti con la massima urgenza le procedure tese all'attuazione del nuovo programma economico richieste dai creditori internazionali e ottenere da essi ulterioRi aiuti per un valore di 130 miliardi di euro.   


 L'esame del Bilancio era cominciato lo scorso 18 novembre e la difficoltà maggiore per il ministero delle Finanze per chiuderlo è stata quella del deficit degli Enti previdenziali causato dai tagli agli stipendi e alle pensioni, dall'aumento della disoccupazione e dalla recente impennata nel settore del pubblico impiego delle domande per andare in pensione anticipata.


 Il ''buco nero'' degli Enti previdenziali per i primi 10 mesi dei quest'anno ha raggiunto infatti i 900 milioni di euro, la metà dei quali riguarda l'Ika, l'Istituto della Previdenza Sociale (l'equivalente dell'Inps)


Le misure previste stringeranno ulteriormente la morsa sull'economia greca, dal 2009 in recessione: previste nuovi rialzi delle tasse, tagli ai salari dei funzionari e riduzione degli stipendi del settore pubblico.

 
Dopo il voto di stanotte e l'imminente riunione del vertice europeo (in programma venerdì 9), lunedì 12 dicembre sono attesi ad Atene i rappresentanti della troika Paul Tomsen (Fmi), Matthias Mors (Ue) e Claus Mazuch (Bce). I rappresentanti dei creditori dovranno rivedere con il governo greco questioni ancora irrisolte come quelle concernenti il primo pacchetto di aiuto concesso alla Grecia dai partner europei nel 2010. Si tratta di aspetti relativi alle riforme strutturali che riguardano il mercato del lavoro e la completa liberalizzazione delle professioni chiuse, i servizi pubblici, lo sviluppo economico e la competitività del Paese.

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