ROMA - Si chiude l'anno con 66 giornalisti uccisi (16% in più del 2010), 1044 arrestati, 1959 aggrediti fisicamente o minacciati. Sono cifre di Reporters fans frontières, che ha stilato anche l'elenco dei 10 luoghi più pericolosi per i media. Dieci città, province, quartieri o regioni dove giornalisti, blogger o cyberdissidenti sono particolarmente esposti alla violenza e dove la libertà di informazione non è rispettata. Si tratta di Manama (Bahrain), Abidjan (Costa d'Avorio), Piazza Tahrir al Cairo (Egitto), ma anche le aree urbane di Manila e quelle di Cebu e Cayan de Oro nelle isole di Luzon e Mindanao (Filippine). Nell'elenco anche Misurata (Libia), lo Stato di Veracruz (Messico), Khuzdar (Pakistan), Deraa, Homs e Damasco (Siria), Mogadiscio (Somalia) e Piazza del Cambiamento, a Sanaa (Yemen).
Altri numeri: sono stati 499 i media censurati, 71 i giornalisti rapiti, 73 quelli costretti a fuggire dal proprio Paese, 5 cyberdissidenti assassinati, 199 blogger e cyberdissidenti arrestati, 62 blogger e cyberdissidenti fisicamente aggrediti, 68 i Paesi soggetti a censura internet.
In generale, spiega Reporters sans frontières, il 2011 è stato un anno difficile per la libertà di stampa e di informazione. La primavera araba è stata al centro delle notizie di attualità. Dei 66 giornalisti assassinati nel 2011, 20 sono stati uccisi proprio in Medio Oriente (il doppio rispetto al 2010). Una cifra simile si è registrata in America Latina, una regione molto esposta alla minaccia della violenza criminale.
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