TRENTO - Alla fine Sara ha abortito: la 16enne trentina i cui genitori si erano rivolti alla magistratura perché ordinasse alla ragazzina di interrompere la gravidanza "ha deciso in autonomia", assicura il legale della famiglia. Una "libera scelta" giunta dopo settimane di disperazione, litigi e il ricorso alla giustizia per convincere Sara che quel bambino non doveva nascere perché avrebbe rovinato la vita della mamma-bambina.
Oltre alla giovane età della ragazza, a far propendere i genitori per l'aborto erano stati, secondo quanto racconta "la Repubblica" anche l'identità del padre del bambino (un albanese appena maggiorenne, senza lavoro, finito in una comunità, e tanto violento da lasciare una serie di lividi sul corpo di Sara) e il fatto che già l'anno scorso la 16enne era rimasta incinta, e aveva "risolto" la situazione con la pillola abortiva.
Una storia, quella della ragazzina che difende la vita del figlio contro il parere dei genitori, che ha fatto scalpore, suscitando un aspro dibattito. E che ora, conclusasi con la "vittoria" di mamma e papà della 16enne, nessuno si sente di condannare.
Una storia, quella della ragazzina che difende la vita del figlio contro il parere dei genitori, che ha fatto scalpore, suscitando un aspro dibattito. E che ora, conclusasi con la "vittoria" di mamma e papà della 16enne, nessuno si sente di condannare.
Nemmeno il direttore del settimanale "Vita", che al quotidiano di Ezio Mauro spiega: "E' un caso amaro. La Chiesa non può certo dichiararsi a favore dell'aborto, ma capiamo l'enorme difficoltà della famiglia e crediamo che in questa storia vadano sorretti tutti, la ragazza e i suoi genitori".
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