Un giornalista russo trasmette dal luogo del massacro a Donetsk |
BERLINO, 22 gennaio - Ucraina e Russia hanno raggiunto un accordo affinché sia le forze di Kiev sia i ribelli ritirino le armi pesanti delle zone di conflitto. Lo annuncia il ministro degli Esteri tedesco dopo un incontro con i colleghi di Mosca, Kiev e Parigi. Per Frank-Walter Steinmeier, l'intesa è tuttavia "un progresso, non una svolta". Da Washington intanto, John Kerry e Federica Mogherini, avvertono la Russia a nome di Usa e Ue che le sanzioni resteranno fino alla piena attuazione degli accordi di Minsk. Intanto almeno tredici persone sono morte e decine sono rimaste ferite in seguito ad una serie di presunti colpi di mortaio che hanno centrato la fermata di un tram nel quartiere Leninski di Donetsk, roccaforte dei separatisti filorussi. Lo riferiscono i media russi e quelli dei ribelli.
Secondo i testimoni oculari citati dall'agenzia dei ribelli 'Dan-news Info', la fermata sarebbe stata colpita da cinque presunti colpi di mortaio mentre stava passando un tram e un filobus, che ha preso fuoco, insieme ad un'auto di passaggio. Secondo un rappresentante del ministero della difesa dell'autoproclamata repubblica di Donetesk, Eduard Basurin, ci sono nove morti e nove feriti. La tv Rossia 24 mostra un bus distrutto da un ordigno, cadaveri alla fermata e dentro lo stesso bus.
Nelle ultime 24 ore sei militari ucraini sono rimasti uccisi nei combattimenti per l'aeroporto di Donetsk, mentre altri 16 sono stati feriti e fatti prigionieri. Altri 20 sono riusciti ad abbandonare il terminal. Lo riferisce il ministero della difesa ucraino, citato da Interfax.
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