lunedì 19 maggio 2014

La strage di Tempio Pausania, un artigiano amico delle tre vittime sotto torchio

TEMPIO PAUSANIA - Un uomo è stato messo sotto torchio dai carabinieri per la strage di Tempio Pausania: gli investigatori hanno interrogato cinque persone, ma la loro attenzione si è concentrata in particolare su un amico della famiglia Azzena, sentito per tutta la notte in caserma. Al momento però i militari escludono che ci siano a breve provvedimenti di fermo per il triplice omicidio.
La persona finita nel mirino degli inquirenti è un artigiano del posto: le sue dichiarazioni sul delitto non avrebbero convinto gli inquirenti, che avrebbero rilevato discrepanze nella sua testimonianza. 
I video delle telecamere al vaglio degli inquirenti - E, per dare un volto al killer, gli investigatori hanno anche sequestrato le immagini riprese dalle telecamere del bar vicino alla casa e al negozio degli Azzena, sterminati sabato pomeriggio. I corpi di Giovanni Maria, 50 anni, della moglie Giulia Zanzani, 48, e del piccolo Pietro, 12, saranno sottoposti all'autopsia.
Il lavoro si annuncia però complicato perché sabato, quando è stato effettuato il triplice omicidio, in cattedrale e in municipio, a pochi passi dal luogo della strage, sono stati celebrati due matrimoni e un ricevimento, che hanno ovviamente determinato il passaggio di molta gente nelle vie circostanti. Proprio grazie ai video comunque sono state individuate alcune persone che potrebbero essere collegate all'omicidio: una di loro si trovava fuori dalla casa, mentre probabilmente le altre due erano all'interno. 
Pietro, una partita mai giocata - Un evento si è tenuto anche in un locale in via Villa Marina, dove c'è l'appartamento degli Azzena. E i residenti raccontano che a un certo punto è stato chiesto loro di spegnere la musica perché lì accanto erano state uccise tre persone. Più che probabile dunque che i killer si siano mescolati agli invitati, confondendosi tra la folla. Il bambino era atteso alla scuola di calcio locale, Civitas, nel pomeriggio, alle 15,30, ma non ci è mai arrivato. Per questo, secondo gli inquirenti, il delitto dovrebbe essere avvenuto prima di quell'ora. 

A fare la macabra scoperta, sabato, era stata la sorella della donna, Antonella, che era entrata in casa con una copia delle chiavi. Si rafforza intanto l'ipotesi che i responsabili possano aver spostato i corpi, ripulendo dal sangue la scena del delitto, visto che i carabinieri avrebbero trovato la casa in perfetto ordine. Nessun segno di scasso è stato rinvenuto sulla porta e questo indica che gli Azzena potrebbero aver aperto a chi poi li ha uccisi. E' possibile che i colpevoli del delitto abbiano tenuto in ostaggio la famiglia, forse per chiedere denaro, e poi sia successo qualcosa che ha fatto scaturire la tragedia.

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