ROMA - Aprendo la direzione il segretario del Pd Matteo Renzi ha sottolineato che "non ci deve essere nessuna timidezza nel Pd nel gestire questa partita. Mancano 20 giorni al passaggio elettorale e noi dobbiamo avere la forza, il coraggio e la voglia nel scegliere nella piazza il nostro luogo". Il premier ha aggiunto che "io chiudo la campagna elettorale tra Bari e Firenze e in tutti e due le città metropolitane andiamo in piazza. Chiedo a tutti uno sforzo perché il 17-18 maggio ci sia una straordinaria mobilitazione del Pd con 10mila banchetti nei comuni".
La campagna elettorale, ha sottolineato il premier, "sta diventando un derby tra la rabbia e la speranza, su chi scommette sul fallimento dell'Italia e chi pensa di potercela fare. Prima c'erano falchi e colombe, ora i gufi e gli sciacalli". "Noi - ha aggiunto - dobbiamo essere quelli che vogliamo dare speranza all'Italia mentre in giro, qualsiasi cosa accada, c'è chi si butta con istinto felino per dire non c'è più nulla da credere, lo stato non c'è più. A Piombino Grillo è andato a fare lo sciacallo ma non si mettono i lavoratori contro i sindacati in una fabbrica in crisi". Peraltro il voto per l'Europa non è "un sondaggio sul governo", "dobbiamo chiedere un voto non perché il governo abbia un consenso leggermente migliore: non è un sondaggio sui ministri, ma è il tentativo per dire che per cambiare l'Europa dobbiamo stare concretamente in campo noi". Renzi ha risposto anche a chi ha criticato il bonus Irpef come misura elettorale: "La domanda è: facciamo una campagna sugli 80 euro? No, sono un antipasto, l'inizio del cambiamento, è il tentativo di cominciare a restituire al ceto medio ciò che gli spetta di diritto, non sono il baluardo della nostra campagna elettorale ma la cifra della nostra azione".
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