lunedì 22 ottobre 2012

Terremoto dell’Aquila: condannati a 6 anni i membri della Commissione Grandi Rischi. Non avevano dato l’allarme. Sconcertata la comunità scientifica

Enzo Boschi, ex presidente INGV


L'AQUILA Il giudice del tribunale dell'Aquila ha condannato a sei anni di reclusione i membri della Commissione Grandi rischi che parteciparono alla riunione del 31 marzo 2009 sugli eventi sismici all'Aquila. L'accusa aveva chiesto la condanna a quattro anni. Il giudice Marco Billi ha ritenuto i sette membri della commissione tutti colpevoli di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. A Franco Barberi, Enzo Boschi, Mauro Dolce, Bernardo De Bernardinis, Giulio Selvaggi, Claudio Eva e Gianmichele Calvi sono state concesse le attenuanti generiche. Oltre alla condanna a sei anni, sono stati condannati anche all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
L'accusa aveva sostenuto che gli imputati avevano rilasciato una dichiarazione falsamente rassicurante prima del sisma dopo aver studiato i terremoti che avevano scosso la città.
La difesa aveva ribattuto che non c'era modo di prevedere i grandi terremoti, anche in una zona sismicamente attiva come quella de L’Aquila. Il terremoto di magnitudo 6,3 ha devastato la città e ucciso 309 persone.
"Questa sentenza avrà grosse ripercussioni sull'apparato della pubblica amministrazione. Nessuno farà più niente". Lo ha detto l'avvocato Filippo Dinacci, difensore dell'ex vicecapo della Protezione civile e attuale presidente dell'Ispra, Bernardo De Bernardinis, e del direttore del servizio sismico del dipartimento della Protezione civile, Mauro Dolce, commentando la sentenza sulla commissione Grandi rischi.
"Sono avvilito, disperato. Pensavo di essere assolto. Ancora non capisco di cosa sono accusato". Così Enzo Boschi, ex presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), commenta a caldo la sentenza. "Mi ritengo innocente di fronte a Dio e agli uomini" dice il professor Bernardo De Bernardinis, ex vicecapo della Protezione civile e attuale presidente dell'Ispra. "La mia vita da domani cambierà, ma se saranno dimostrate le mie responsabilità in tutti i gradi di giudizio - ha aggiunto - le accetterò fino in fondo".
Durissima la reazione della comunità scientifica. Se la sentenza del giudice del tribunale dell'Aquila "dovesse riguardare la mancata previsione del sisma, ciò significherebbe mettere sotto accusa l'intera comunità scientifica che, ad oggi, in Italia e nel mondo, non ha i mezzi per poter prevedere i terremoti", afferma il presidente del Consiglio dei geologi, Gianvito Graziano.
'Tuttavia - precisa Graziano - penso che l'accusa non vertesse sulla mancata previsione del terremoto, bensì su un comportamento omissivo della commissione rispetto ad una situazione di rischio, sottolineando comportamenti non diligenti. Se di ciò si tratta - conclude il presidente dei geologi - è necessario leggere attentamente la sentenza per capire in cosa, esattamente, i membri della Commissione Grandi rischi abbiano peccato".

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