mercoledì 31 ottobre 2012

Marchionne ai sindacati: nessuna chiusura di stabilimenti Fiat. E conferma gli investimenti


ROMA - Il pareggio delle attività in Europa non potrà essere raggiunto dal gruppo Fiat prima del 2015, ma nessuno stabilimento sarà chiuso in Italia. Ai sindacati, che incontra in serata al Lingotto, Sergio Marchionne conferma gli investimenti che consentiranno di dare lavoro a tutti i dipendenti. La Fiat ha annunciato in sostanza ai sindacati che gli investimenti in Italia riprenderanno coinvolgendo tutti gli stabilimenti. Per il rilancio il Lingotto punta non più sulle utilitarie, ma sui modelli di alta gamma Alfa Romeo e Maserati. Il marchio Lancia, invece, "ha un appeal limitato" e sarà ridimensionato. Lo ha detto l'amministratore delegato, Sergio Marchionne, nel corso dell'incontro con le organizzazioni dei lavoratori. A Mirafiori, oltre all'Alfa Mito, verrà prodotta una famiglia di vetture di alta gamma destinate ai mercati europei ed internazionali. A Melfi verranno prodotti i suv e a Cassino nuovi modelli anche per l'export.
Marchionne ha annunciato anche che il Lingotto manterrà inalterata la capacità produttiva in Italia, senza operare tagli strutturali del personale "ferma restando - specifica però la casa torinese - la disponibilità degli strumenti di sostegno al reddito, come previsti dalla legge".

Il primo investimento partirà direttamente in questi giorni, e secondo quanto riferito dal segretario della Uil, Luigi Angeletti, sarà destinato allo stabilimenti di Melfi. "Entro il 2015 - ha poi spiegato il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni - tutti gli stabilimenti Fiat saranno saturati con l'impiego di tutti gli attuali dipendenti in Italia. Il fatto che nessuna fabbrica in Italia chiuda, mentre Ford e Peugeot hanno annunciato lo stop di stabilimenti, è di grande rilievo".

La Fiat, nella nota diffusa dopo l'incontro, ha quindi chiesto che "le parti che hanno condiviso questo progetto lo difendano attivamente nei confronti di alcune minoranze, determinate ad impedirne il successo contro gli interessi del Paese e soprattutto degli stessi lavoratori".

In una e-mail agli impiegati della Chrysler l'ad assicura che la la produzione della Jeep non sarà trasferita dagli Stati Uniti alla Cina. Smentita anche l'ipotesi di un accordo con Psa, con cui c'é "un rapporto storicamente forte" e con Gm ("i colloqui risalgono al 2008") per dare vita a un grande gruppo. Grazie alla casa di Detroit, con cui resta l'obiettivo della fusione entro il 2014 o il 2015, i conti del gruppo Fiat vanno bene, anche se l'indebitamento netto industriale sale a 6,7 miliardi e tutti gli obiettivi del 2012, del 2013 e del 2014 vengono rivisti al ribasso.

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