Davide Boni |
MILANO - Il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, il leghista Davide Boni, e' indagato dalla Procura di Milano per corruzione.
Boni risulta indagato per corruzione insieme a un suo stretto collaboratore nell'ambito di un' inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, nata da un'indagine su un giro di tangenti che riguardano i vecchi amministratori del Comune di Cassano D'Adda (Milano). Inchiesta che aveva portato all'arresto dell'allora sindaco. Da quanto si è saputo, a dare impulso al nuovo filone investigativo che ha coinvolto Boni sarebbero stati una serie di dichiarazioni rese agli inquirenti dall'architetto Michele Ugliola anche lui indagato per la vicenda che riguarda il comune del milanese e coinvolto anche nel caso Montecity-Santa Giulia.
Dall'inchiesta emergerebbe, da quanto si è saputo, il sospetto di soldi arrivati alla Lega Nord, attraverso un sistema di tangenti. Il tramite sarebbe l'esponente locale della Lega Nord Marco Paoletti, anche lui indagato.
Dalle intercettazioni e dalle dichiarazioni messe a verbale da cinque/sei indagati, tra cui lo stesso Marco Paoletti, ex esponente locale della Lega, Boni e Ghezzi tra soldi promessi e versati, questa l'ipotesi degli inquirenti, avrebbero ricevuto un milione di euro dal 2008 al 2010. Denaro in contanti che, come risulta dalle conversazioni telefoniche e dagli interrogatori, il presidente del consiglio regionale e il capo della sua segreteria, non avrebbero intascato ma in qualche modo sarebbe arrivato ad esponenti locali del Carroccio, si suppone per finanziare iniziative del partito a livello territoriale. Tant'é che la procura di Milano sta vagliando l'ipotesi di contestare il reato di finanziamento illecito al partito.
Dalle intercettazioni e dalle dichiarazioni messe a verbale da cinque/sei indagati, tra cui lo stesso Marco Paoletti, ex esponente locale della Lega, Boni e Ghezzi tra soldi promessi e versati, questa l'ipotesi degli inquirenti, avrebbero ricevuto un milione di euro dal 2008 al 2010. Denaro in contanti che, come risulta dalle conversazioni telefoniche e dagli interrogatori, il presidente del consiglio regionale e il capo della sua segreteria, non avrebbero intascato ma in qualche modo sarebbe arrivato ad esponenti locali del Carroccio, si suppone per finanziare iniziative del partito a livello territoriale. Tant'é che la procura di Milano sta vagliando l'ipotesi di contestare il reato di finanziamento illecito al partito.
"In relazione ai fatti oggetto di contestazione, anticipo fin da ora la mia totale estraneità" e "confermo la mia piena disponibilità a chiarire la mia posizione": così il presidente del Consiglio regionale della Lombardia. "Confermo che in data odierna - ha dichiarato Boni - mi è stata notificata un'informazione di garanzia contestualmente a una perquisizione negli uffici della mia segreteria". "In relazione ai fatti oggetto di contestazione - ha proseguito il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, indagato per corruzione - anticipo fin d'ora la mia totale estraneità. Nel contempo confermo la mia piena disponibilità a chiarire la mia posizione e la mia estraneità con gli organi inquirenti, in modo da poter fare piena luce sulla vicenda nei tempi più rapidi possibili".
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