CERNOBBIO - La riforma del lavoro può essere modificata solo da governo e Parlamento. A ribadirlo il premier Mario Monti, spiegando la formula 'salva intese' per il disegno di legge. Per il ddl, ha detto Monti intervenendo al forum Confcommercio di Cernobbio, ci sarà "un processo di affinamento che non è aperto a contributi esterni. Nessuno pensi che sia suscettibile di incursioni"
."Ho cercato di rimediare ai mali che si erano determinati negli ultimi decenni". Ma "non ho cercato io questa posizione da premier"ha poi ribaidogt il presidente del Consiglio "Non pensiamo oggi di essere al punto di avere già compiuto il cammino della emergenza. Purtroppo no, non si risolvere in un anno o cinque mesi ciò che per decenni si è costruito". Dal premier una avvertenza: nessuno si faccia "illusionI su ricette miracolistiche. "Quando i politici, credo i migliori che l'Italia abbia avuto, speriamo che questo governo faccia cose che la politica non è riuscita a fare stanno dicendo che in passato la politica ha ascoltato troppo le categorie". "Teniamo basse le aspettative. Il Paese non è in una situazione brillante in cui si possono fare promesse. Non è sempre facilissimo far cadere in modo armonioso le tessere del mosaico in modo che tutti loro possano sostenerci in Parlamento, ma devo dare atto del grandissimo senso di responsabilità delle forze che appoggiano il governo". Dire che la riforma del lavoro è stata varata "salvo intese" non significa che si metterà mano al documento: "A mio giudizio e del governo, le parti sociali, non più provviste di cedolino con diritto di veto, sono più autorevoli di prima, ma al loro posto".
."Ho cercato di rimediare ai mali che si erano determinati negli ultimi decenni". Ma "non ho cercato io questa posizione da premier"ha poi ribaidogt il presidente del Consiglio "Non pensiamo oggi di essere al punto di avere già compiuto il cammino della emergenza. Purtroppo no, non si risolvere in un anno o cinque mesi ciò che per decenni si è costruito". Dal premier una avvertenza: nessuno si faccia "illusionI su ricette miracolistiche. "Quando i politici, credo i migliori che l'Italia abbia avuto, speriamo che questo governo faccia cose che la politica non è riuscita a fare stanno dicendo che in passato la politica ha ascoltato troppo le categorie". "Teniamo basse le aspettative. Il Paese non è in una situazione brillante in cui si possono fare promesse. Non è sempre facilissimo far cadere in modo armonioso le tessere del mosaico in modo che tutti loro possano sostenerci in Parlamento, ma devo dare atto del grandissimo senso di responsabilità delle forze che appoggiano il governo". Dire che la riforma del lavoro è stata varata "salvo intese" non significa che si metterà mano al documento: "A mio giudizio e del governo, le parti sociali, non più provviste di cedolino con diritto di veto, sono più autorevoli di prima, ma al loro posto".
Ma la situazione è molto complicata. Dopo lo scontro Fornero-Camusso è Bersani a ribadire che il Pd non voterà l'articolo 18 così come è stato ristrrutturato dal governo. Altrettando dura la replica di Alfano: "O si accetta il punto di equilibrio trovato dal governo dopo settimane o, se si lavora a qualche modifica, non si puo immaginare che siano di un solo colore. Prendiamo un impegno per chiudere i lavori entro un termine prefissato. Il presidente del Senato ha detto con saggezza entro l'estate, ovvero 4 mesi, e si chiude. Si prenda questo impegno per non dare impressione che su un capitolo fondamentale si perde tempo. "La giurisprudenza è spesso contro i datori di lavoro. Qui non c'é una giurisprudenza tedesca. Se facciamo il modello tedesco con la giurisprudenza italiana abbiamo vanificato l'effetto di una norma del genere" sull'articolo 18. Oggi il Governo è meno forte di ieri - ha proseguito Alfano - sulla riforma del lavoro non c'é un testo scritto, non ci sono tempi certi e la Cgil non ha revocato lo sciopero. Per questo va "raggiunta un'intesa" politica.
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