Soldato turchi assistono agli scontri dal valico di Mursitpinar |
KOBANE - Sono ormai vicinissimi al confine turco gli scontri tra i combattenti curdi e i jihadisti dello Stato Islamico impegnati nell'offensiva su Kobane: accade da stamane in prossimità del valico di Mursitpinar, proprio a ridosso del confine turco, appena a nord di Kobane. Sono scontri che rischiano di tagliare completamente le vie di accesso alla città curda e il valico attraverso il quale finora sono fuggiti in Turchia oltre 200mila rifugiati. Gli scontri, con armi automatiche e colpi di mortaio, avvengono in un'area a meno di chilometro dal filo spinato che separa la frontiera tra Turchia e Siria, ha precisato una fonte giornalistica sul posto. L'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani ha aggiunto che il gruppo jihadista ha anche lanciato due razzi contro la zona, senza che si registrassero vittime; e che c'e' stato un attentato-kamikaze: un'autobomba condotta da un terrorista dell'Isis e che era diretta al valico di frontiera è esplosa proprio nord di Kobane. Non è chiaro se ci siano stati morti. Negli ultimi giorni, l'Isis ha tentato di accerchiare completamente Kobane e di prendere il controllo dell'area, il che ha scatenato violenti scontri al nord-est della città. La Turchia finora si e' ben guardata dall'intervenire sul terreno, ma ha aumentato la sua presenza militare al confine; e nelle ultime ventiquattro ore nella zona sono arrivati altri blindati ed altri mezzi di artiglieria.
DONNE E BAMBINI YAZIDI BOTTINO DI GUERRA - Donne e bambini della minoranza degli yazidi catturati nel nord dell'Iraq sono il bottino di guerra degli jihadisti dell'Isis che li sfruttano come schiavi. Per la prima volta, sono stati gli stessi miliziani sunniti ad averlo ammesso sul magazine 'Dabiq', uno dei loro strumenti di propaganda. "Dopo la cattura, le donne e i bambini yazidi sono stati distribuiti secondo la sharia tra i miliziani dello Stato islamico che hanno partecipato alle operazioni di Sinjar", il monte su cui ad agosto si rifugiarono gli yazidi per fuggire dai miliziani islamici, si legge nell'articolo. "Questa riduzione in schiavitù delle famiglie mushrik (politeiste) è probabilmente la prima dall'abbandono della legge islamica. L'unico altro caso, sebbene minore, è quello dell'asservimento di donne e bambini cristiani nelle Filippine e in Nigeria da parte dei mujahedeen locali". Secondo la rivista dell'Isis, mentre le persone che seguono religioni monoteiste, come i cristiani o gli ebrei, possono pagare la "jizya" (una tassa) oppure convertirsi all'Islam, ciò non è possibile con gli yazidi.
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