OMA - “Oggi non facciamo conclusioni, o comunque saranno conclusioni che alimentano la discussione. Perché risolvere le questioni della forma partito con una sola direzione probabilmente è insufficiente". Lo ha detto il premier e segretario del partito Matteo Renzi, aprendo la Direzione del Pd.
"Questo fine settimana un importante sindacato riunisce centinaia di migliaia di persone. Abbiamo un profondo rispetto indipendentemente dal dibattito che c'è tra di noi. C'è rispetto ogni volta che un'organizzazione importante affronta una prova di piazza.
"A Genova chi immagina di strumentalizzare la vicenda drammatica dell'alluvione finisce a sua volta contestato": così Renzi facendo riferimento alla contestazione a Beppe Grillo. "Chi prova a strumentalizzare viene indicato dai ragazzi, dagli angeli del fango, come quello che è, una persona che cerca di fare campagna elettorale e speculazione su di loro - sottolinea.- E' imbarazzante che il M5S abbia espulso qualcuno, non per una linea contraria ma perché chiedeva qual'è organigramma": così il premier Renzi alla direzione Pd.
"La destra non si è unita per anni su valori ideologici ma su una persona. Quello che è accaduto a Milano con la manifestazione della Lega e di Casapound dimostra che si cerca per la prima volta un terreno ideologico di incontro. E' la destra che prova a mettere radici culturali e tenta di fondare un'ideologia in linea con larga parte della destra europea e che è stata fermata finora da Grillo e da noi. Il presupposto di questa legislatura è che arriva al 2018", ha spiegato il premier accennando ai "rilevanti compiti" che il Parlamento avrà davanti.
Sul lavoro sono state "fatte considerazioni che dobbiamo risolvere anche rispetto all'ultima direzione: il partito discute, dialoga, ma è evidente che se nella legge di stabilità mettiamo le risorse" per la riforma, "dal primo gennaio deve partire la nuova procedura, deve essere chiaro" come funziona il sistema. Così Matteo Renzi parlando del Jobs act, attualmente all'esame della Camera, in direzione.
"Questo è un Parlamento che da 18 mesi è bloccato, nei quorum costituzionali è messo in difficoltà da un blocco che dice 'no' a tutto ma è in corso un costante sgretolamento" di questo blocco: ha detti Renzi in un passaggio in cui si sofferma sui lavori alle Camere e sul ruolo del M5S e delle opposizioni.
Poi ancora: "Napolitano ha sfidato il Parlamento che è in una situazione di stallo, e di cui anche noi siamo corresponsabili, sui giudici della Consulta. Il Parlamento deve riflettere sulla situazione di stallo nella quale ci siamo venuti a trovare".
"Il Pd deve avere gli strumenti elettorali" per affermarsi e in tal senso è "meglio il premio alla lista che non il premio alla coalizione", secondo Matteo Renzi.
"Il Pd è un partito che vince per fare una legge elettorale in cui sia chiaro chi vince. Un passaggio chiave per l'Italia perché non c'è mai stata una legge elettorale che rendesse chiaro chi fosse il vincitore, né con il Mattarellum né con il Porcellum". "Avere una legge elettorale che consegni un vincitore - sperando di essere noi - è possibile solo con il ballottaggio: è un grande risultato cui abbiamo lavorato anni sotto diversi segretari", Bersani, Veltroni, Franceschini.
"Io immagino libertà di coscienza non solo su materie eticamente sensibili, ma anche sulle riforme costituzionali. Non espelleremo mai chi fa battaglie serie sulle riforme. Ma dobbiamo darci regole sui voti di fiducia e decidere qual è il punto dove una comunità sta o no sta". Così Renzi fissa i paletti sui margini di manovra dei parlamentari nelle votazioni.
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