Gli ultimi attimi di vita del giornalista americano decapitato |
DAMASCO - I jihadisti dell'Isis hanno annunciato la decapitazione di un giornalista freelance americano rapito in Siria nel 2012, James Foley, postando in rete un video in cui si vede un terrorista tagliargli la gola. Nel filmato viene minacciato anche un altro giornalista, Steven Joel Sotloff, anch'egli rapito in Siria.
L'intelligence Usa "ha analizzato il video in cui vengono mostrati i cittadini americani James Foley e Steven Sotloff" e "abbiamo raggiunto il giudizio che si tratta di un video autentico": lo ha affermato la portavoce del Consiglio nazionale per la Sicurezza della Casa Bianca, Caitlin Hayden. Scotland Yard, cui fa capo l'unità antiterrorismo della polizia britannica, ha invitato ad evitare la diffusione delle immagini sul web, soprattutto attraverso la condivisione su social media come Twitter e Facebook, ricordando che ciò potrebbe costituire reato nel Regno Unito.
Dopo il video-choc diffuso dall'Isis sulla decapitazione del giornalista freelance americano rapito in Siria nel 2012, James Foley, si aprono interrogativi sulla sorte di altri due giornalisti statunitensi: Austin Tice, anche lui scomparso in Siria due anni fa, e l'altro reporter rapito, Steven Joel Sotloff. Quest'ultimo è apparso nel video degli jihadisti: "La vita di questo cittadino americano, Obama, dipende dalle tue prossime decisioni", ha minacciato il terrorista con il volto coperto e il coltello in mano, diventato ormai uno dei macabri protagonisti della vicenda.
Appare intanto "sempre più probabile" che la mano che ha ucciso Foley sia diun cittadino britannico. Lo ha confermato il primo ministro britannicoDavid Cameron in persona. "E' una cosa scioccante, ma sappiamo che fin troppi britannici sono andati in Siria e in Iraq coinvolti in atti di estremismo e violenza e quello che dobbiamo fare è incrementare gli sforzi per fermarli".
Il mondo è inorridito" dal brutale assassinio di James Foley. Così il presidente degli Usa Barack Obama in un breve dichiarazione. Obama ha sottolineato che "l'Isis non parla di religione". "Le loro vittime sono in massima parte musulmani e nessuna fede insegna alla gente a massacrare gli innocenti". "Quando viene fatto del male a degli americani ovunque nel mondo - ha proseguito Obama - noi facciamo ciò che è necessario per far sìche venga fatta giustizia". I miliziani dell'Isis, ha detto ancora il presidente Usa, "dichiarano la loro ambizione di commettere un genocidio contro un antico popolo".
"Il Mediterraneo e il Medioriente sono scossi da una minaccia che sì riguarda anche l'Europa e sì riguarda anche l'Italia". Così il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha risposto a una domanda dei giornalisti sui Jihadisti dell'Isis.
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