ST. LOUIS (Missouri) - Dopo una giornata di relativa calma a Ferguson, un sobborgo di St, Louis in Missouri, dove una settimana fa è stato ucciso da un poliziotto il 18enne di colore Michael Brown, la tensione è riesplosa: almeno un centinaio di manifestanti hanno violato il coprifuoco scendendo in strada, lanciando molotov e marciando verso una stazione di polizia. Gli agenti hanno risposto con lacrimogeni. Lo stato americano del Missouri sta inviando la Guardia Nazionale alla città di Ferguson come proteste escalation sopra la sparatoria della polizia di un adolescente nero disarmato.
Governatore Jay Nixon ha firmato un ordine per "contribuire a ripristinare la pace e l'ordine e per proteggere i cittadini di Ferguson".
La decisione è stata presa dopo che la polizia si è scontrata con folle inferocite poco prima che una seconda notte sotto coprifuoco iniziasse dicendo che essendo sotto attacco non aveva "alcuna alternativa", a una risposta, anche dura. Il capitano Ron Johnson ha detto che i manifestanti avevano gettato bombe molotov e bottiglie contro le forze di sicurezza e impostato barricate prima del coprifuoco di cinque ore è iniziata a mezzanotte (07:00 in Italia).
Intanto i risultati preliminari dell'autopsia indipendente richiesta dalla famiglia del giovane di colore rivelano che, secondo quanto riferisce il New York Times, Michael Brown, è stato colpito da sei proiettili, tra cui due alla testa.
Uno dei proiettili è entrato nella parte superiore del cranio del giovane nero, suggerendo che la testa era piegata in avanti quando lo ha colpito causandone la morte. A sostenerlo e' il dottor Michael M. Baden, l'ex capo di medicina legale di New York, volato in Missouri su richiesta della famiglia di un'autopsia separata. Mike Brown è stato pure colpito quattro volte al braccio destro, ha spiegato il medico.
I proiettili non sembra siano stati sparati a distanza ravvicinata, perché non c'era polvere da sparo sul corpo del giovane. Tuttavia questa ipotesi potrebbe cambiare se venissero ritrovati residui sugli abiti della vittima, su cui il medico non ha ancora avuto accesso.
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