Enrico Letta perplesso |
ROMA - E' caos sull'Imu dopo la pubblicazione dei decreti sulla Gazzetta Ufficiale. Prima il "pezzo" della seconda rata a carico dei cittadini. Ora la clausola di salvaguardia: mancano i soldi e scattano gli aumenti degli acconti Ires-Irap (per le aziende) e delle accise (gas, energia,alcolici ma non benzina). Camusso (Cgil): rimettere l'Imu così come era. Fassino (Anci) invita il Parlamento a trovare nuove coperture.
Il ministro all'Economia, Fabrizio Saccomanni, ha firmato il decreto ministeriale che fa scattare la clausola di salvaguardia posta a "garanzia" dell'incasso per cancellare la prima rata. Il gettito in quel caso doveva arrivare dalla sanatoria sui giochi on line (600 milioni) e dalla maggiore Iva incassata dopo l'accelerazione dei pagamenti dei debiti della P.a. (altri 925 milioni). Ma, almeno per i giochi, non sarebbe andata bene.
Quindi, oltre agli aumenti degli acconti già previsti dal decreto Imu2 scatta la clausola di Imu1: +1,5 punti percentuali per Ires-Irap (per tutti sale al 102,5, e al 130% per banche e assicurazioni) e l'aumento, ma solo dal 2015, delle accise su gas, energia elettrica e bevande alcoliche (non benzina).
La politica va in ebollizione - Una situazione che manda su tutte le furie Renato Brunetta mentre il leader della Cgil,Susanna Camusso, chiede addirittura di rimettere l'imposta e rilancia l'armonizzazione delle rendite finanziarie e la patrimoniale. La segretaria Cgil non apprezza inoltre l'altra parte del dl sulla rivalutazione delle quote Bankitalia che definisce una "finanziarizzazione".
Il rappresentante di Fi in un dossier dal titolo inequivocabile ("Il pasticciaccio brutto dell'Imu 2013") avverte che alla fine la cancellazione la pagheranno comunque i cittadini sotto forma di nuove tasse. E addirittura i piccoli imprenditori di Cobas Imprese sfilano davanti a Montecitorio con delle bare nell'Ultimatum Day: "Siamo stati uccisi da un sistema e adesso vogliamo rappresentare la morte di un paese e delle sue straordinarie risorse", ha spiegato il presidente Giuseppe Graziani,
Fassino: "Parlamento trovi una soluzione" - Toni meno "accesi" da parte dei sindaci che guardano con attenzione al prossimo passaggio parlamentare. Piero Fassino, presidente dell'Anci, chiede infatti di "dare soluzione a questo nodo irrisolto", del gettito non coperto. E il governo ha già spiegato che durante il cammino parlamentare la norma si potrà modificare e magari si troverà la copertura anche per questi ultimi 200 milioni.
Alfano: "Miglioreremo il risultato" - Lo dice anche il vicepremier Angelino Alfano, "non siamo ancora pienamente soddisfatti e lavoreremo ulteriormente alle Camera per migliorare il risultato". Anche perché - spara ancora a zero Brunetta - potrebbe crearsi una situazione "paradossale e ridicola" e cioè che "quei contribuenti che, grazie alle detrazioni previste dalla norma, non avevano pagato l'Imu sulla prima casa nel 2012 (quando l'imposta c'era), dovranno pagarla nel 2013 (nonostante la cancellazione)". E c'è sempre da vedere che effetto avrà la sentenza del Tar del Lazio che ha accolto l'istanza di sospensione del Comune di Napoli contro il decreto sulle modalità di ripartizione tra i Comuni delle somme a titolo di rimborso del minor gettito Imu sulla prima casa per il 2013.
Il giallo dei comuni e le aliquote - Infine "piccolo giallo" sul numero dei comuni dove si dovrà pagare il gettito dovuto all'aumento delle aliquote. Il Sole 24 Ore fornisce un dato preciso: sono 2.735 e di questi 11 comuni capoluogo di Provincia. Ma non è detto: i Comuni hanno tempo infatti fino ad oggi per riunire i consigli e varare un nuovo aumento. Aumento che poi dovrà essere pubblicato entro il 9 dicembre. E' possibile così che il numero dei comuni possa crescere di molto.
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