ROMA - 'Io sono totalmente diverso, per tanti motivi'', da Enrico Letta e Angelino Alfano, ma quanto al governo ''bisogna tener fede a quanto detto: se Letta fa, va avanti. Certo, se si fanno marchette e si passa dalle larghe intese all'assalto alla diligenza, non va bene''. Così il neo segretario del Pd Matteo Renzi in un colloquio con La Stampa. ''Le cose bisogna raccontarle per come stanno - spiega -. Lui, Enrico, è stato portato al governo anni fa da D'Alema, che io ho combattuto e combatto in modo trasparente; e Angelino Alfano al governo ce l'ha messo Berlusconi, quando io non ero ancora nemmeno sindaco di Firenze''.
''Io sono totalmente diverso, per tanti motivi'' in primis perché ''ho ricevuto un mandato popolare''. Per questo ''con l'anno nuovo si passa dalle chiacchiere alle cose scritte'': lavoro e riforme i ''due temi capitali''. L'idea è di continuare a sostenere il governo a condizione che faccia quel che deve. Però ''potevano risparmiarsi e risparmiarci tante cose. E la faccenda della nomina da parte di Alfano di diciassette nuovi prefetti è soltanto la ciliegina sulla torta''.
Di ''rimpasto'' il sindaco di Firenze non vuole sentir parlare, ''quella parola, intendo rimpasto, non l'ho mai pronunciata e mai la pronuncerò''. ''Io fatico a tenere Delrio al governo, perché ogni tanto mi dice che vorrebbe lasciare: è quello il mio problema'', ''non ho alcun interesse a mettere pedine e scambiare caselle: chiedo solo che si cambino stile e velocità nel governo''. Sulla legge elettorale prepara una nuova offensiva, anche nei confronti di Grillo e Berlusconi: ''Vediamo cosa risponderanno gli uni e gli altri ma io con loro ci parlo e ci parlerò''. Il voto subito? ''Calma'', ''bisogna tener fede a quando detto: se Letta fa, va avanti''.
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