Joele Leotta |
LONDRA - Ucciso a 19 anni perché italiano. E' successo a Maidstone, capitale del Kent. La vittima, Joele Leotta, di Nibionno, in provincia di Lecco, è stato ucciso domenica sera, massacrato di botte nell'appartamento in cui risiedeva da circa 10 giorni, dopo essersi trasferito per un periodo di studio e lavoro in Gran Bretagna. "Ci rubi il lavoro", sarebbe stata la frase pronunciata dagli assassini di Joele, otto ragazzi di nazionalità straniera e un inglese fra i 21 e i 25 anni.
Joele, insieme a un amico, Alex Galbiati, anche lui del Lecchese, da alcuni giorni si era trasferito nell'appartamento di Maidstone e aveva iniziato a lavorare in un ristorante della zona. Come racconta il quotidiano "Il Giorno", proprio qui sarebbe iniziata nella serata di domenica la lite che ha avuto il suo epilogo con la spedizione nell'appartamento dei ragazzi: alcuni clienti avrebbero infatti più volte importunato i due ragazzi, accusandoli di aver occupato il letto di un loro connazionale e di rubare il lavoro ai sudditi di Sua Maestà.
La spedizione punitiva e il massacro - La discussione sembrava terminata, ma dopo la fine del turno, quando i due lecchesi stavano per andare a letto, nel loro appartamento hanno fatto irruzione gli otto ingelesi e li hanno picchiato a sangue. Joele è morto poco dopo l'arrivo in ospedale, Alex, nonostante le numerose ferite, sarebbe fuori pericolo.
La polizia inglese ha arrestato gli otto presunti colpevoli: sette sono stati fermati subito dopo la spedizione punitiva, mentre stavano per cenare in un ristorante, l'ultimo la notte dopo.
La spedizione punitiva e il massacro - La discussione sembrava terminata, ma dopo la fine del turno, quando i due lecchesi stavano per andare a letto, nel loro appartamento hanno fatto irruzione gli otto ingelesi e li hanno picchiato a sangue. Joele è morto poco dopo l'arrivo in ospedale, Alex, nonostante le numerose ferite, sarebbe fuori pericolo.
La polizia inglese ha arrestato gli otto presunti colpevoli: sette sono stati fermati subito dopo la spedizione punitiva, mentre stavano per cenare in un ristorante, l'ultimo la notte dopo.
Ma la polizia avverte: "Non è certo il movente razziale" - Un portavoce della polizia del Kent, Richard Allan, dice però che "non si può ancora parlare di movente razziale, in quanto le indagini per stabilire l'accaduto sono tuttora in corso". Di fatto i nove ragazzi infatti non sono inglesi. Le autorità non ritengono neanche che all'origine dell'episodio ci sia stata una disputa legata al lavoro.
Il padre: "So solo che è morto" - "L'unica cosa certa è che mio figlio è stato ucciso, che si tratta di omicidio... sul movente io non posso ancora dire nulla". Lo ha detto, raggiunto telefonicamente a Londra, Ivan Leotta, padre di Joele, il ragazzo ucciso nel Kent. "Era arrivato solo una settimana fa, escludo abbia avuto il tempo di infilarsi in situazione di rischio".
Il sindaco: "Gli hanno urlato 'italiano di m...'" - Tuttavia, il sindaco di Nibionno, Claudio Usuelli, sottolinea che, da quanto ha appreso, i giovani che hanno aggredito Joele e il suo amico "hanno sfondato la porta della loro camera urlando 'italiani di m..., ci rubate il lavoro". Usuelli dice poi che la comunità di Nibionno è "sconvolta" dall'omicidio di Joele. E' "sconvolgente", secondo Usuelli, che "un ragazzo lasci il proprio Paese per cercare un'esistenza libera" e trovi la morte "da parte di energumeni, perché solo così vanno chiamati". Il sindaco di Nibionno polemizza anche con le autorità inglesi che hanno avvisato con ritardo quelle italiane.
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