La conferma dell'ambasciatore italiano in India. Era stato sequestrato il 14 marzo scorso nella foresta dell'Orissa da un gruppo di maoisti. La svolta dopo la liberazione, da parte del governo, della moglie del capo del commando. "Torno presto in Italia"
NEW DEHLI - Paolo Bosusco è stato liberato dai suoi rapitori e consegnato ad alcuni giornalisti nella foresta di Kandhamal ed è libero di tornare a casa.
Ad annunciarlo è l'emittente indiana Ndtv. Lo ha confermato all'Ansa l'ambasciatore d'Italia in India, Giacomo Sanfelice. "Sì, - ha precisato Sanfelice - fonti del governo dell'Orissa mi hanno confermato che il nostro connazionale è libero".
La prima immagine di Paolo Besusco libero a Bhubaneswar, capitale dell'Orissa, trasmessa dalle tv locali |
Ad annunciarlo è l'emittente indiana Ndtv. Lo ha confermato all'Ansa l'ambasciatore d'Italia in India, Giacomo Sanfelice. "Sì, - ha precisato Sanfelice - fonti del governo dell'Orissa mi hanno confermato che il nostro connazionale è libero".
Bosusco è ha raggiunto il villaggio di Odaba nel Gajapati dove è stato preso in consegna dalla polizia dopo essere stato controllato da un medico. "Sono felice di essere libero. Sono stanco e ho bisogno di riposare - ha detto Bosusco all'agenzia di stampa Press Trust of India, dopo la sua liberazione e appena arrivato nella capitale dello stato Bhubaneswar - . Non ho alcun risentimento nei confronti dei miei rapitori". Visibilmente dimagrito, dopo quasi un mese nella foresta, all'arrivo a Bhubaneswar.. "Torno presto in Italia", ha poi detto in una commossa telefonata al padre Azelio,si é detto "emozionato e ora molto più tranquillo". Sereno e di buon umore, Bosusco ha commentato scherzosamente il suo sequestro: "Ho fatto una vacanza pagata". "Sono forte e me la sono cavata", ha poi aggiunto, nonostante la qualità scadente del cibo che gli veniva dato dai sequestratori e ben due attacchi di malaria. Gli insorti, ha comunque sottolineato l'ex ostaggio, lo hanno trattato bene.
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I maoisti, riferiscono le fonti, avevano fissato una nuova condizione per il rilascio del cittadino italiano, chiedendo la liberazione di una donna, Aarti Majhi, la cui situazione viene esaminata oggi davanti alla corte Gajapati oggi. Majhi è nel carcere di Berhampur da due anni per il suo presunto coinvolgimento in una serie di episodi di violenza.
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I maoisti, riferiscono le fonti, avevano fissato una nuova condizione per il rilascio del cittadino italiano, chiedendo la liberazione di una donna, Aarti Majhi, la cui situazione viene esaminata oggi davanti alla corte Gajapati oggi. Majhi è nel carcere di Berhampur da due anni per il suo presunto coinvolgimento in una serie di episodi di violenza.
Bosusco era stato sequestrato il 14 marzo nella foresta di Soroda mentre accompagnava in un trekking, insieme a due aiutanti indiani, il turista Claudio Colangelo, rilasciato poi il 25 marzo senza contropartite.
Un giornalista del canale Ndtv ha spiegato di avere contattato colleghi nella foresta al confine fra i distretti di Kandhamal e Ganjam che gli hanno detto di essere con l'ex ostaggio italiano.
Poche ore prima della liberazione erano arrivate le affermazioni di Subhasree Das, moglie del leader maoista Sabyasachi Panda che ha sequestrato Paolo Bosusco il 14 marzo. La donna, scarcerata due giorni fa, aveva detto di ritenere "sbagliato prendere in ostaggio persone per raggiungere determinati obiettivi".
Pur avendo definito il marito "mio amico, filosofo e guida" la donna ha detto ai media riguardo all'ostaggio italiano: "E' stato un errore. Gli stranieri sono nostri ospiti... Non si possono fare simili pressioni sul governo per costringerlo ad accettare le richieste".
Un giornalista del canale Ndtv ha spiegato di avere contattato colleghi nella foresta al confine fra i distretti di Kandhamal e Ganjam che gli hanno detto di essere con l'ex ostaggio italiano.
Poche ore prima della liberazione erano arrivate le affermazioni di Subhasree Das, moglie del leader maoista Sabyasachi Panda che ha sequestrato Paolo Bosusco il 14 marzo. La donna, scarcerata due giorni fa, aveva detto di ritenere "sbagliato prendere in ostaggio persone per raggiungere determinati obiettivi".
Pur avendo definito il marito "mio amico, filosofo e guida" la donna ha detto ai media riguardo all'ostaggio italiano: "E' stato un errore. Gli stranieri sono nostri ospiti... Non si possono fare simili pressioni sul governo per costringerlo ad accettare le richieste".
Il deputato indiano Jhina Hikaka continua a rimanere prigioniero di un altro gruppo di maoisti che chiedono il rilascio di 30 ribelli, tra cui uno accusato di aver ucciso 55 poliziotti . Jhina Hikaka, il trentasettenne dinamico leader tribale che è stato eletto per la prima volta al congresso dello stato nel 2009 nella sede Laxmipur, è stato rapito dai maoisti nel distretto di Koraput nello stato dell'Odisha il 24 marzo.Il leader era sulla via del ritorno a casa a Laxmipur da Koraput. E 'stato preso in ostaggio, mentre il suo autista e il responsabile della sua sicurezza personale erano stati subito liberati.
Il rilascio di Paolo Bosuso era stato confermato dal ministro degli Esteri Giulio Terzi da Washington, dove si trova per la riunione ministeriale del G8. I familiari di Bosusco "hanno appena ricevuto la notizia che tutti aspettavamo dal 14 marzo scorso", ha detto Terzi.
"Si sta concludendo - ha aggiunto il ministro degli Esteri - una vicenda rischiosa e molto complessa che in queste settimane ci ha visto impegnati a tutti i livelli e senza sosta, con l'obiettivo che in questi casi resta sempre quello di garantire anzitutto l'incolumità dei nostri connazionali. Sono profondamente grato all'Unità di crisi, ai nostri diplomatici in India e a quanti hanno contribuito a questo importante risultato che ci riempie di soddisfazione, e che è stato ottenuto anche grazie alla collaborazione delle Autorità dello Stato dell'Orissa e di quelle di Nuova Delhi".
Il rilascio di Paolo Bosuso era stato confermato dal ministro degli Esteri Giulio Terzi da Washington, dove si trova per la riunione ministeriale del G8. I familiari di Bosusco "hanno appena ricevuto la notizia che tutti aspettavamo dal 14 marzo scorso", ha detto Terzi.
"Si sta concludendo - ha aggiunto il ministro degli Esteri - una vicenda rischiosa e molto complessa che in queste settimane ci ha visto impegnati a tutti i livelli e senza sosta, con l'obiettivo che in questi casi resta sempre quello di garantire anzitutto l'incolumità dei nostri connazionali. Sono profondamente grato all'Unità di crisi, ai nostri diplomatici in India e a quanti hanno contribuito a questo importante risultato che ci riempie di soddisfazione, e che è stato ottenuto anche grazie alla collaborazione delle Autorità dello Stato dell'Orissa e di quelle di Nuova Delhi".
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