ROMA - Il consiglio dei ministri, iniziato alle 15.30 è terminato attorno alle 22: è stata una discussione lunga e difficile. Per il 2012 il governo intende programmare tagli nella spesa pubblica per 4,2 miliardi di euro. L'importo, secondo quanto si è appreso, non sarà contenuto in un provvedimento ma viene calcolato definendo gli interventi previsti per quest'anno. I capitoli che saranno ridimensionati sono la spesa per l'acquisto di beni e servizi, le strutture dirigenziali, gli uffici e le amministrazioni, le spese di rappresentanza e i convegni.
A procedere per razionalizzare la spesa sugli acquisti di beni e servizi, nell'ambito del più ampio capitolo della spending review, sarà Enrico Bondi: la decisione è stata presa dal governo su proposta del ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda. Sarà lui ad attuare, per questo specifico aspetto, le scelte politiche di cui ha la delega il ministro Giarda.
Il risanatore della Parmalat si appresta dunque a mettere mano alle operazioni necessarie per la revisione della spesa pubblica. Il Cdm ha conferito a Giuliano Amato l'incarico di fornire al premier analisi e orientamenti sulla disciplina dei partiti per l'attuazione dei principi di cui all'art.49 della Costituzione, sul loro finanziamento nonche' sulle forme esistenti di finanziamento pubblico, in via diretta o indiretta, ai sindacati. In cariuco di consulenza anche per l’economista Francesco Giavazzi.
Il neo commissario Enrico Bondi ha chiesto di non percepire alcun compenso ma il governo punta a ''un rimborso spese'' o al massimo ''un compenso lordo di massimo di 150mila euro'' ha detto secondo cui Giuliano Amato e Francesco Giavazzi svolgeranno l'attivita' a titolo gratuito. Monti ha parlato di ''un braccio di ferro'' tra il governo e Bondi che insiste per non percepire un compenso. Braccio di ferro che, dice Bondi, ''vincero' io''.
L'aumento di due punti dell'Iva "non è seguita al Consiglio dei ministri. Secondo il premier, tuttavia, con i tagli di spesa previsti dal pacchetto messo a punto dal Cdm si dovrebbero avere "benefici sufficienti per consentire un'operazione come quella che consentirebbe di evitare tre mesi di aumento" dell'imposta.
Tra i tagli più difficili e al tempo stesso necessari nel piano presentato da Giarda c'è il ministero degli Interni, a partire dalla riduzione delle Prefetture. Oggi sono una per provincia, in totale gli "Uffici territoriali del governo" sono 103. L'obiettivo è quello di lasciarne uno ogni 350mila abitanti. Nel mirino anche i Vigili del Fuoco, gli acquisti di beni e la questione degli affitti: il Viminale spende circa 30 milioni l'anno per le locazioni e si studia l'utilizzo di immobili demaniali.
Imprescindibile è la questione della Difesa che condivide con gli Interni le forze militari che gestiscono l'ordine pubblico: da una parte i Carabinieri e dall'altra la Polizia. Le sovrapposizioni ci sono, ad esempio con i 5mila presidi dell'arma presenti sul territorio. Ma il tema, sebbene prospettato, è assai delicato. Come pure la sistemazione dei 30mila marescialli dell'Esercito ritenuti in esubero in combinata con il piano di riduzione degli effettivi da 180mila a 150mila entro il 2024 stilato dal ministro della Difesa Giampaolo Di Paola.
Uno dei grandi contenitori della spesa pubblica, già 'bombardato' dall'ex ministro Gelmini, è la scuola. Circa il 90 per cento della spesa è destinato agli stipendi, e questi non si toccano. Restano tuttavia margini per aggredire una massa di un miliardo destinata a beni e servizi: con un intervento della Consip (la società di Stato per gli acquisti) si potrebbe risparmiare il 15 per cento.
L'occhio del ministro per i Rapporti con il Parlamento si è rivolto anche all'amministrazione penitenziaria: aumenteranno i posti detentivi, ma si tenterà una razionalizzazione della sorveglianza. Tagli anche ai giudici di pace e ai piccoli tribunali con un recupero di 5.900 amministrativi e 950 toghe.
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