Mario Draghi |
BRUXELLES - L'Europa deve dotarsi di un meccanismo per la "risoluzione" delle banche in difficoltà, cioè per una ristrutturazione svolta in maniera coordinata. A chiederlo è il presidente della Bce, Mario Draghi, che ha presentato stamani una conferenza della Bce e della Commissione europea e che ritiene "importantissimo" affrontare questo nodo. Altro obiettivo, per Draghi, è una maggiore sorveglianza sulle banche: i mercati hanno subito una profonda riforma, ma è "fondamentale" che questa venga attuata.
Stando all'edizione odierna della Sueddeutsche Zeitung, che però non cita alcuna fonte, la Banca centrale europea e un gruppo di Paesi della zona euro stanno lavorando alla possibile iniziativa di concedere alle banche colpite dalla crisi un accesso diretto al fondo permanente di salvataggio.
Secondo quanto risulta al quotidiano, un gruppo di Paesi della zona euro verificheranno nelle prossime settimane l'ipotesi di trasferire direttamente il credito del fondo alle banche con problemi di liquidità ma in grado di sopravvivere. Berlino sarebbe comunque fortemente contraria all'idea. L'urgenza è motivata dalla crisi delle banche spagnole e dal timore che si possa diffondere un contagio ad altri Paesi della zona euro.
Secondo gli attuali accordi, sono i Paesi e non gli istituti di credito della zona euro ad avere accesso ai fondi. Draghi ha anche osservato che prima della crisi c'era una sistematica sottovalutazione dei rischi di credito nazionali di alcuni Paesi. Con la crisi si è "fermata" l'integrazione finanziaria e in alcuni casi è persino arretrata.
Mentre l'integrazione finanziaria all'interno dell'area euro è un fattore fondamentale di stabilità. Il numero uno dell'Istituto centrale ha riconosciuto che i mercati finanziari hanno subito una profonda riforma, ma è "fondamentale" che tali riforme vengano attuate e anche una maggiore sorveglianza sulle banche è un "chiaro" obiettivo da perseguire.
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