MILANO - Umberto Bossi si e' dimesso da segretario della Lega Nord e la scelta viene definita ''irrevocabile''. Restera' presidente del partito. A guidare il Carroccio sara', fino al prossimo congresso, un 'triumvirato' composto da Maroni, Calderoli e Manuela Dal Lago.
"Mi dimetto per il bene del movimento e dei militanti. La priorita' e' il bene della Lega e continuare la battaglia". Cosi' Umberto Bossi. "Chi sbaglia paga qualunque sia il cognome che eventualmente porti" ha anche detto Umberto Bossi durante ila riunione, secondo quanto ha riferito l'europarlamentare Matteo Salvini a Radio Padania.
Dopo la diffusione della notizia dell'addio del Senatur, i militanti del Carroccio riuniti in via Bellerio a sostegno del leader sono entrati nella sede al grido di 'Bossi Bossi'.
Bossi è stato nominato presidente della Lega, riferisce sempre l'eurodeputato Matteo Salvini, "da un consiglio federale commosso. Nessuno ha chiesto le dimissioni di Bossi, lui è arrivato già convinto, con una scelta decisa e sofferta".
E poi è spuntato il nome di Silvio Berlusconi che, con "altri Pd", sarebbero intervenuti per affossare un fascicolo sul figlio di Bossi.
Compito "primario" di Bossi, come presidente federale, sarà quella di "fare opera di mediazione fra le varie componenti": è quanto sostiene l'ultimo comma dell'articolo 15 dello Statuto della Lega Nord, dal titolo "Il Presidente Federale". Sarà lui, peraltro, a convocare il congresso straordinario che, per statuto, dovrebbe tenersi entro 30 giorni dalle sue dimissioni da segretario. Ma il partito avrebbe preferito allungare i tempi per non sovrapporsi alle elezioni amministrative e quindi convocare il Congresso entro autunno.
Le indagini
Secondo quanto emerge dalle indagini ci sarebbe anche Roberto Calderoli tra i destinatari dei fondi sottratti dalle casse della Lega.
A quanto si apprende dalle agenzie di stampa, in una telefonata la responsabile amministrativa della Lega, Nadia Dagrada avrebbe tranquillizzato al telefono il tesoriere Belsito riguardo a somme di denaro consegnate a Calderoli. "Come giustifico i soldi di Calderoli?", domanda Belsito. "Quello non è un grosso problema - risponde Dagrada - nell'arco di un anno, non è un problema".
Tra i documenti sequestrati a Roma nella cassaforte del tesoriere della Lega, inoltre, vi sarebbe un carnet di assegni che reca la scritta "Umberto Bossi". Il carnet, che è relativo al conto corrente della banca sul quale vengono versati i contributi per il Carroccio, è ora all'esame dei pm di Napoli e di Milano.
Da una telefonata tra la segretaria della Lega, Nadia Dagrada, e Francesco Belsito, emergerebbe inoltre come la dirigente amministrativa parli di “soldi in nero che Bossi dava tempo fa al partito". La circostanza emerge da un'intercettazione telefonica, agli atti dell'inchiesta, fra Nadia Dagrada e Belsito in cui la prima dice al secondo: “Tu non puoi nascondere quelli che sono i costi della famiglia, cioè da qualche parte vengono fuori. Anche perché o lui, (riferito a Bossi, ndr) ti passa come c'era una volta tutto in nero o altrimenti come c... fai tu". Secondo gli investigatori, "in questa telefonata si rileva che Nadia parla chiaramente del nero che Bossi dava tempo fa al partito. Ovviamente il significato del nero è riconducibile alla provenienza del denaro contante che può avere varie origini dalle tangenti alle corruzioni o ad altre forme di provenienza illecita non tracciabili".
"Mi dimetto per il bene del movimento e dei militanti. La priorita' e' il bene della Lega e continuare la battaglia". Cosi' Umberto Bossi. "Chi sbaglia paga qualunque sia il cognome che eventualmente porti" ha anche detto Umberto Bossi durante ila riunione, secondo quanto ha riferito l'europarlamentare Matteo Salvini a Radio Padania.
Dopo la diffusione della notizia dell'addio del Senatur, i militanti del Carroccio riuniti in via Bellerio a sostegno del leader sono entrati nella sede al grido di 'Bossi Bossi'.
Bossi è stato nominato presidente della Lega, riferisce sempre l'eurodeputato Matteo Salvini, "da un consiglio federale commosso. Nessuno ha chiesto le dimissioni di Bossi, lui è arrivato già convinto, con una scelta decisa e sofferta".
L'ex ministro dell'interno Roberto Maroni è stato contestato dai simpatizzanti di Umberto Bossi riuniti davanti alla sede della Lega. All'uscita di Maroni in auto sono partiti cori "buffone, buffone" mentre gli venivano gettati sulla macchina dei volantini con riferimenti al 'bacio di Giuda'.
La notizia è arrivata mentre emergeva l'ipotesi che il Senatur avesse "dato dei soldi in nero al partito", e che il figlio Renzo "portò via alcuni documenti da via Bellerio, probabilmente relativi ai lavori di ristrutturazione di un'abitazione" e che alcune somme del partito siano state elargite "alla famiglia di Bossi e ad altri soggetti, come Roberto Calderoli e il Sindacato Padano". E poi è spuntato il nome di Silvio Berlusconi che, con "altri Pd", sarebbero intervenuti per affossare un fascicolo sul figlio di Bossi.
Compito "primario" di Bossi, come presidente federale, sarà quella di "fare opera di mediazione fra le varie componenti": è quanto sostiene l'ultimo comma dell'articolo 15 dello Statuto della Lega Nord, dal titolo "Il Presidente Federale". Sarà lui, peraltro, a convocare il congresso straordinario che, per statuto, dovrebbe tenersi entro 30 giorni dalle sue dimissioni da segretario. Ma il partito avrebbe preferito allungare i tempi per non sovrapporsi alle elezioni amministrative e quindi convocare il Congresso entro autunno.
Le indagini
Secondo quanto emerge dalle indagini ci sarebbe anche Roberto Calderoli tra i destinatari dei fondi sottratti dalle casse della Lega.
A quanto si apprende dalle agenzie di stampa, in una telefonata la responsabile amministrativa della Lega, Nadia Dagrada avrebbe tranquillizzato al telefono il tesoriere Belsito riguardo a somme di denaro consegnate a Calderoli. "Come giustifico i soldi di Calderoli?", domanda Belsito. "Quello non è un grosso problema - risponde Dagrada - nell'arco di un anno, non è un problema".
Tra i documenti sequestrati a Roma nella cassaforte del tesoriere della Lega, inoltre, vi sarebbe un carnet di assegni che reca la scritta "Umberto Bossi". Il carnet, che è relativo al conto corrente della banca sul quale vengono versati i contributi per il Carroccio, è ora all'esame dei pm di Napoli e di Milano.
Da una telefonata tra la segretaria della Lega, Nadia Dagrada, e Francesco Belsito, emergerebbe inoltre come la dirigente amministrativa parli di “soldi in nero che Bossi dava tempo fa al partito". La circostanza emerge da un'intercettazione telefonica, agli atti dell'inchiesta, fra Nadia Dagrada e Belsito in cui la prima dice al secondo: “Tu non puoi nascondere quelli che sono i costi della famiglia, cioè da qualche parte vengono fuori. Anche perché o lui, (riferito a Bossi, ndr) ti passa come c'era una volta tutto in nero o altrimenti come c... fai tu". Secondo gli investigatori, "in questa telefonata si rileva che Nadia parla chiaramente del nero che Bossi dava tempo fa al partito. Ovviamente il significato del nero è riconducibile alla provenienza del denaro contante che può avere varie origini dalle tangenti alle corruzioni o ad altre forme di provenienza illecita non tracciabili".
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