I due italiani rapiti nell'area dei guerriglieri maoisti di Surada nello stato dell'Orissa |
PURI (India) - Rapitidue italiani in India nello stato federato di Orissa nella parte orientale di Paese: sono Paolo Bosusco e Claudio Colangelo. Bosusco, 54 anni, è in India da oltre un decennio e gestisce assieme al socio Bijay Kumar Dash un'agenzia turistica di trekking nella città di Puri, l'Orissa Adventurous Trekking, specializzata nelle tribù primitive della regione, aperta da novembre a giugno ed è di Condove (Torino). Claudio Colangelo è un turista romano di 61 anni.
Fin da ieri sera l'unità di crisi è stata in contatto con il console generale a Calcutta Joel Melchiori che ha operato in collaborazione con la polizia locale per aver conferma del rapimento. Il console si è recato sul posto. Il ministero si mantiene in contatto continuo con i parenti dei due italiani, mentre l'ambasciatore italiano in India Giacomo Sanfelice ha attivato tutti i contatti con le autorità indiane sia a livello centrale, sia a livello locale. Le trattative delle autorità indiane con i maoisti per il rilascio dei due italiani rapiti nello stato dell'Orissa sono in corso e non si esclude un rinvio della scadenza dell'ultimatum. Lo ha affermato l'ambasciatore italiano a New Delhi in un'intervista a SkyTg24 in cui ha comunque ribadito di non aver "ancora notizie dirette dei due connazionali". "Le autorita' hanno lanciato un pubblico appello per far rilasciare i nostri cittadini - ha detto l'ambasciatore - ma allo stesso tempo hanno offerto anche di aprire su tutti i punti che loro hanno chiesto". Sanfelice ha detto anche di aver chiesto assicurazioni al chief minister dell'Orissa Naveen Patnaik che ritiene che "l'offerta pubblica di trattativa risponda all'ultimatum proposto" e che quindi "la scadenza potrebbe essere rinviata".
Fin da ieri sera l'unità di crisi è stata in contatto con il console generale a Calcutta Joel Melchiori che ha operato in collaborazione con la polizia locale per aver conferma del rapimento. Il console si è recato sul posto. Il ministero si mantiene in contatto continuo con i parenti dei due italiani, mentre l'ambasciatore italiano in India Giacomo Sanfelice ha attivato tutti i contatti con le autorità indiane sia a livello centrale, sia a livello locale. Le trattative delle autorità indiane con i maoisti per il rilascio dei due italiani rapiti nello stato dell'Orissa sono in corso e non si esclude un rinvio della scadenza dell'ultimatum. Lo ha affermato l'ambasciatore italiano a New Delhi in un'intervista a SkyTg24 in cui ha comunque ribadito di non aver "ancora notizie dirette dei due connazionali". "Le autorita' hanno lanciato un pubblico appello per far rilasciare i nostri cittadini - ha detto l'ambasciatore - ma allo stesso tempo hanno offerto anche di aprire su tutti i punti che loro hanno chiesto". Sanfelice ha detto anche di aver chiesto assicurazioni al chief minister dell'Orissa Naveen Patnaik che ritiene che "l'offerta pubblica di trattativa risponda all'ultimatum proposto" e che quindi "la scadenza potrebbe essere rinviata".
In precedenza, la polizia del distretto di Kandahamal, in Orissa, aveva già confermato il sequestro dei due italiani avvenuto il 14 marzo nell'area di Surada. L'annuncio era stato dato dalla tv indiana 'Ndtv', secondo cui al momento del rapimento i due turisti stavano scattando - secondo un audiomessaggio dei rapitori - delle "riprovevoli foto" ad alcune donne che facevano il bagno sulla riva di un fiume. "Abbiamo arrestato due turisti italiani che, come centinaia di stranieri, trattano le popolazioni locali come scimmie". E' una delle frasi piu' forti dell'audiomessaggio.
Paolo Bosusco (a destra) nella sua agenzia a Puri con il socio Kumar Dash |
I due italiani sono stati rapiti non ieri ma mercoledi' scorso nello Stato di Orissa. Come riferisce il Times of India i connazionali sono stati sequestrati nella foresta di Gazabaldi nella provincia di Kandhamal al confine con quella di Ganjam. La notizia e' stata data solo ieri quando sono stati liberati dai maoisti i due indiani che erano con loto, il cuoco, Sontosh Moharana, ed un accompagnatore, Kartik aridas. "Circa 30 guerrigilieri maoisti ci hanno preso in ostaggio la mattina del 14 marzo quando stavamo preparando qualcosa da mangiare nella foresta di Gazabaldi. Ci hanno incappucciato e portati via facendoci camminare per 5 km", ha riferito Moharana, aggiungendo che "non ci hanno fatto male e ci hanno trattato bene".
Il governatore dello Stato indiano dell'Orissa, Naveen Patnaik, ha lanciato un appello ai maoisti affinche' rilascino "immediatamente" i due italiani rapiti per "ragioni umanitarie". Solo dopo, ha aggiunto, "saremo disponibili a discutere" sulle richieste dei ribelli. "Condanno questo crimine", ha aggiunto il governatore, attorniato dai giornalisti. Questa mattina il governo dell'Orissa aveva tenuto una riunione d'emergenza e un'altra e' stata convocata per il pomeriggio.
Paolo Bosusco durante un trekking |
Claudio Colangelo |
Secondo il sito di Ndtv, i guerriglieri maoisti avrebbero già chiesto un riscatto e avanzato altre richieste al governo per il rilascio dei due italiani. Tra le 13 richieste avanzate figurerebbero anche il rilascio di tutti i 'prigionieri politici' e la fine dell'operazione 'Green Hunt', l'offensiva lanciata alla fine del 2009 dalle truppe governative contro le postazioni dei maoisti in cinque stati, tra cui l'Orissa. Il leader storico del movimento, Sabyasachi Panda, ha sostenuto che si deve aprire subito una trattativa sul documento contente 13 rivendicazioni che era stato diffuso nel febbraio 2011. La piattaforma fu pubblicata dopo il rilascio del rappresentante del governo nel distretto di Malkangiri tenuto in ostaggio per otto giorni. Panda ha chiesto ai governi dello Stato e dell'Unione di sospendere entro stasera tutte le operazioni di sicurezza. L'emittente NDTV ipotizza che dietro al sequestro ci possa essere uno scontro in seno ai maoisti: Panda, il leader dei maoisti in Orissa, è considerato un 'moderato' che si è schierato in passato contro gli omicidi indiscriminati commessi dai ribelli. Ultimamente avrebbe perso influenza all'interno della leadership, largamente influenzata dai gruppi che agiscono nello Stato dell'Andhra Pradesh e che sostengono una linea più dura.
E' la prima volta che i maoisti sequestrano turisti stranieri. Il rapimento dei due italiani non appare in alcun modo legato alla vicenda dei due marò italiani arrestati nello stato indiano del Kerala.
E' la prima volta che i maoisti sequestrano turisti stranieri. Il rapimento dei due italiani non appare in alcun modo legato alla vicenda dei due marò italiani arrestati nello stato indiano del Kerala.
L'Orissa è uno stato federato dell'India orientale, con una popolazione di circa 37 milioni di abitanti. E' uno degli Stati più poveri dell'India, nonostante ingenti ricchezze minerarie. Nell'Orissa sono attivi circa 20.000 guerriglieri maoisti, che rappresentano oggi una delle principali sfide per la sicurezza interna dell'India. Occupano un 'corridoio rosso' che s'estende dallo Stato meridionale dell'Andhra Pradesh, attraversa il Chattisgarh, fino al Bengala Occidentale e al Nepal. Secondo stime del governo, i ribelli comunisti sono presenti in un terzo dei 600 distretti indiani, in prevalenza campagne e foreste popolate da comunità tribali.
Nel 2009, l'anno più sanguinoso, hanno lanciato oltre mille attacchi contro obiettivi governativi, uccidendo almeno 600 persone. Noti come Naxaliti dall'insurrezione del 1967 a Naxalbari, nel Bengala Occidentale, rappresentano un movimento con diverse sfaccettature. Secondo alcuni analisti, i maoisti sarebbero finanziati e armati dalla Cina. Ma i sanguinosi attentati, le estorsioni e i rapimenti per finanziarsi li hanno confinati dietro un muro di ostilità dell'opinione pubblica. In loro favore si sono tuttavia levate voci di intellettuali di sinistra come la scrittrice pacifista Arundhati Roy, che si era detta pronta a mediare in un eventuale negoziato di pace coi ribelli.
«Sono disperato, mi chiedo ancora se quello che è successo a mio figlio è vero o no». Sono le parole di Azelio Bosusco, 89 anni, padre di Paolo. L'anziano ha difficoltà di udito e colloquia con l'aiuto di una badante. «Ho appreso del rapimento dal telegiornale - ha detto - e ho capito che poteva trattarsi di mio figlio». La conferma è arrivata quando i Carabinieri hanno informato l'anziano e sua figlia Vanna, di 55 anni. «Aspettavo che mio figlio tornasse la prossima estate - ha aggiunto Azelio Bosusco - per poter andare con lui nella casa in montagna, come facciamo ogni anno». La casa è quella di borgata Pralesio, sulle alture di Condove dove vive quando non è in India o all'estero. «Mi racconta spesso - ha aggiunto - delle sue avventure in India, della giungla e della natura di quel posto. Adesso - conclude Azelio Boscusco - spero soltanto che torni sano e salvo».
L'agenzia di Bosusco "rapporti genuini con le popolazioni"
L'agenzia di Bosusco - dice il suo sito internet - "si occupa prevalentemente di organizzare trekking e spedizioni nelle zone più intatte dell'Orissa dal punto di vista ambientale e etnografico". Si precisa che a parte il trasferimento a Puri, "tutti gli itinerari sono svolti sempre a piedi" usando "gli stessi sentieri usati dalle popolazioni tribali".
In particolare, si promette di instaurare "dei rapporti genuini e onesti con le popolazioni che vivono ancora una vita secondo le loro antiche usanze e tradizioni". Oltre ai trekking si organizzano anche discese in canoa e osservazione degli animali. Per quanto riguarda il programma è "su misura" a seconda delle esigenze dei clienti. Sul sito sono pubblicate decine di foto in cui si vede Bosusco con le comunità tribali.
Di recente in India è scoppiata un'accesa polemica sui cosiddetti "safari umani", dopo un video in cui si vedevano turisti indiani chiedere a una tribù delle isole Andamane di ballare davanti alle telecamere. A questo proposito, lo scorso febbraio il governo dell'Orissa ha introdotto regole più severe per i turisti stranieri e ricercatori che vogliono recarsi nei territori di alcune comunità tribali "protette", tra cui i Dongria Kondh, famosi per la loro resistenza al colosso minerario Vedanta.
«Sono disperato, mi chiedo ancora se quello che è successo a mio figlio è vero o no». Sono le parole di Azelio Bosusco, 89 anni, padre di Paolo. L'anziano ha difficoltà di udito e colloquia con l'aiuto di una badante. «Ho appreso del rapimento dal telegiornale - ha detto - e ho capito che poteva trattarsi di mio figlio». La conferma è arrivata quando i Carabinieri hanno informato l'anziano e sua figlia Vanna, di 55 anni. «Aspettavo che mio figlio tornasse la prossima estate - ha aggiunto Azelio Bosusco - per poter andare con lui nella casa in montagna, come facciamo ogni anno». La casa è quella di borgata Pralesio, sulle alture di Condove dove vive quando non è in India o all'estero. «Mi racconta spesso - ha aggiunto - delle sue avventure in India, della giungla e della natura di quel posto. Adesso - conclude Azelio Boscusco - spero soltanto che torni sano e salvo».
L'agenzia di Bosusco "rapporti genuini con le popolazioni"
L'agenzia di Bosusco - dice il suo sito internet - "si occupa prevalentemente di organizzare trekking e spedizioni nelle zone più intatte dell'Orissa dal punto di vista ambientale e etnografico". Si precisa che a parte il trasferimento a Puri, "tutti gli itinerari sono svolti sempre a piedi" usando "gli stessi sentieri usati dalle popolazioni tribali".
In particolare, si promette di instaurare "dei rapporti genuini e onesti con le popolazioni che vivono ancora una vita secondo le loro antiche usanze e tradizioni". Oltre ai trekking si organizzano anche discese in canoa e osservazione degli animali. Per quanto riguarda il programma è "su misura" a seconda delle esigenze dei clienti. Sul sito sono pubblicate decine di foto in cui si vede Bosusco con le comunità tribali.
Di recente in India è scoppiata un'accesa polemica sui cosiddetti "safari umani", dopo un video in cui si vedevano turisti indiani chiedere a una tribù delle isole Andamane di ballare davanti alle telecamere. A questo proposito, lo scorso febbraio il governo dell'Orissa ha introdotto regole più severe per i turisti stranieri e ricercatori che vogliono recarsi nei territori di alcune comunità tribali "protette", tra cui i Dongria Kondh, famosi per la loro resistenza al colosso minerario Vedanta.
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