Cosima Serrano davanti alla sua casa (La voce di Manduria) |
AVETRANA - Cosima Serrano, la zia di Sarah Scazzi, sarebbe scesa nel garage di casa dopo l'omicidio della nipote, mentre il giorno dopo il delitto avrebbe raggiunto il luogo il cui fu abbandonato il cadavere della ragazzina. Ieri sera la donna è stata arrestata dai carabinieri. Secondo l'accusa, avrebbe avuto un ruolo assieme ai suoi familiari nell'omicidio premeditato e nella soppressione del cadavere di Sarah Scazzi, uccisa il 26 agosto scorso ad Avetrana. Alla donna, mamma di Sabrina e moglie di Michele Misseri, entrambi in carcere dall'autunno scorso per il delitto, il provvedimento è stato notificato nella caserma dei carabinieri di Avetrana dov'era stata convocata. Poi Cosima Serrano e' stata trasferita nel carcere di Taranto, dove gia' si trovano la figlia Sabrina e il marito. In carcere, sempre ieri sera, è stato notificato un altro provvedimento di arresto proprio a Sabrina, alla quale viene contestata l'aggravante di aver premeditato il delitto. ''Abbiamo raccolto una montagna di ulteriori elementi indiziari'' ha dichiarato ai giornalisti il procuratore della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio, ricordando che comunque ''l'arresto non e' una sentenza''. Secondo una ricostruzione dei Ros Cosima Serrano, mamma di Sabrina e moglie di Michele Misseri, si sarebbe trovata in garage all'ora esatta dell'omicidio di Sarah Scazzi, le 15,25 del 26 agosto scorso, e nella zona dove e' stato abbandonato il cadavere la mattina seguente.
La procura avrebbe accertato che Sarah e' stata uccisa in casa, poi il suo cadavere sarebbe stato trasferito in garage. Per stabilire cio' sarebbe stata determinante la mappatura delle celle dei telefonini della famiglia Misseri e di Sarah compiuta dai carabinieri del Ros. Il cellulare di Sarah alle 14.42 del 26 agosto, quindi subito dopo il delitto che sarebbe avvenuto poco dopo le 14, era probabilmente nel garage degli zii. Nello stesso garage interrato di via Deledda - secondo i carabinieri - si trovava il cellulare di Cosima Serrano un'ora dopo l'omicidio della piccola Sarah. Il giorno dopo, invece, il telefonino della donna era in una zona compatibile con il luogo in cui venne nascosto, in una cisterna, il cadavere della quindicenne, in contrada Mosca, nelle campagne di Avetrana. A svelare gli spostamenti di Cosima Misseri e dei suoi familiari sono state le celle telefoniche agganciate dal suo cellulare "Sarah Scazzi è stata strangolata all'interno dell'abitazione della famiglia Misseri, circa tra le 14 e le 14 e 20. A quell'ora, in quell'edificio (comprensivo, in tal definizione, sia dell'abitazione in senso proprio che del garage), c'erano Michele Misseri, sua moglie Cosimo Serrano, e la loro figlia Sabrina: tra costoro, quindi, bisogna cercare l'assassino, o gli assassini, della ragazzina". Lo scrive il gip del Tribunale di Taranto Martino Rosati, nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere notificata a Cosima Serrano e a Sabrina Misseri.
"Per uccidere occorre avere un motivo, e anche piuttosto cogente": sottolinea il gip . E il movente "cogente" è - secondo il gip - la gelosia che Sabrina nutriva per il suo amico Ivano Russo del quale era invaghita e che temeva che la piccola Sara gli sottraesse.
"Per uccidere qualcuno - scrive il giudice - tanto più se si tratta di un'adolescente di 15 anni e di una persona di famiglia, nonché di un'azione lesiva non esauritasi 'uno momento' bensì protrattasi - come hanno convenuto, almeno su questo punto, tutti i consulenti medici delle parti - per non meno di un paio di minuti, occorre avere un motivo ed anche piuttosto cogente. E Sabrina Misseri lo aveva, lo ha taciuto ed ha tentato, con ogni mezzo, di tenerlo nascosto agli inquirenti: la sua gelosia per Ivano Russo, del quale era innamorata ma non completamente ricambiata, e che temeva le venisse soffiato dalla più avvenente cugina, ormai non più bambina".
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