I soccorsi a un ferito subito dopo l'attentato ad Herat (edition.cnn) |
L'attacco al Prt italiano è un evento che ha sorpreso molti osservatori, considerato che il capoluogo della regione ovest è una delle aree relativamente più tranquille dell'Afghanistan. Non a caso proprio da Herat comincerà il processo di transizione: è infatti una delle prime città che verranno riconsegnate dalla Nato alla responsabilità delle autorità e delle Forze di sicurezza locali.
Il Prt italiano e' una struttura civile-militare che opera in quella sede praticamente dall'inizio della missione e che si occupa, soprattutto, di progetti di ricostruzione in favore della popolazione.
Un'immagine dell'afghana Tolo tv che mostra un'immagine dell'esterno del prt italiano durante l'attacco |
I kamikaze hanno preso di mira oltre al Prt italiano il ministero dei Trasporti che si trova anch’esso nel centro di Herat.
La prima esplosione si è verificato quando un attentatore suicida a piedi ha fatto esplodere una cintura esplosiva nei pressi del Ministero dei Trasporti. Testimoni dicono che ci sono state vittime civili, anche se non è chiaro se qualcuno sia rimasto ucciso.
Il secondo attacco è venuto minuti dopo, quando un attentatore suicida, alla guida di una Toyota Corolla bianca, è passato attraverso la prima porta del compound italiano dicendo ale guardie locali che stava trasportando cemento per la costruzione. Al secondo cancello, il kamikaze è stato identificato dalla polizia e ha fatto così esplodere il suo ordigno, ha detto il portavoce della polizia di Herat Noorkhan Nikzad.
L'attentatore era tra i feriti portati all'ospedale, dove però è morto.
Dopo lo scoppio, almeno sette uomini armati hanno lanciato un assalto al compound. Qari Yousof Ahmadi, il portavoce dei talebani, ha detto che i gruppi di mujaheddin avevano "circondato" il PRT.
E si è accesa una vera e propria battaglia tra i talebani, le forze di sicurezza afgane e i soldati italiani: cecchini avevano anche preso posizione all'interno di un edificio accanto al compound e da lì sparavano contro i militari italiani. Alla fine i talebani si sono ritirati: ma lo scontro è durato alcune ore.
Il comandante della polizia Ahmadi ha detto che la situazione era sotto controllo della polizia e lo scontro a fuoco era finito, anche se testimoni hanno raccontato che si continuavano a sentire spari proveniente dal compound ore dopo le esplosioni iniziali .
L'esplosione ha scosso gli afgani di Herat, che è stata considerata una delle storie di successo nella ricerca della sicurezza nel Paese.
"E 'una grande sorpresa", ha detto Nemaqullah Rahimi, 22 anni. "Non abbiamo avuto un attentato negli ultimi sei mesi."
Rahimi, un autista a noleggio a Herat, ha detto lo zio della sua ragazza era tra i feriti nell'esplosione vicino al ministero dei trasporti.
L'operazione è stata rivendicata dal portavoce dei talebani che ha parlato di un attacco sferrato da quattro kamikaze. Il primo maggio scorso, i talebani hanno lanciato in tutto l'Afghanistan una operazione denominata 'Badar'. Il ministero della Difesa italiano ha confermato che ci sono feriti italiani, ma non ci sarebbero vittime. «Non c'è stato nessun militare italiano morto. Ci sono feriti, di cui uno grave. Le vittime sono della polizia afghana. Quello al nostro compound del Prt ad Herat è stato un attacco in piena regola ed è cessato. Un mezzo si è lanciato a forte velocità contro il muro di cinta ed è poi stato seguito da un attacco condotto da postazioni elevate. Dai tetti delle case vicine hanno sparato all'interno del compound» ha dichiarato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa
Il Prt italiano di Herat, è una struttura composta attualmente da membri del 132esimo reggimento artiglieria terrestre della brigata «Ariete», che ha sede a Maniago (Pordenone). Il Prt, al comando del colonnello Paolo Pomella, ha il compito di supportare la governance e sostenere il processo di ricostruzione e sviluppo, insieme ad una componente civile. Le due componenti - civile e militare - lavorano insieme a favore della ricostruzione, incentivando l'occupazione locale (i progetti vengono materialmente realizzati da ditte afghane), lo sviluppo economico dell'area e la fiducia verso le istituzioni politiche locali e gli anziani dei villaggi.
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