CAMOGLI - La donna vittima del tragico investimento, ieri nel tardo pomeriggio, nel mare di Camogli da parte di un motoscafo non è ancora stata identificata, ma a quanto sembra aveva una fede al dito ed era tra i 30 e i 40 anni. Secondo le testimonianze stava nuotando in direzione di ponente e si sarebbe accorta dell'arrivo del motoscafo: avrebbe cercato di segnalare la propria presenza in acqua agitando una mano, inutilmente. Il motoscafo l'ha colpita in pieno, decapitandola e straziandola. Subito avvertiti, sono entrati in azione gli uomini della Capitaneria di Porto con due motovedette e due battelli, poi è arrivato in sostegno anche un elicottero della Guardia Costiera di Sarzana. Alcune persone hanno assistito all'investimento e hanno indicato alla Capitaneria la targa e il modello dello yacht che avrebbe ucciso la nuotatrice. Il proprietario, un camogliese di cui non sono state rese note le generalità, non era per mare ieri. Ai comandi, ma per ragioni che devono ancora essere chiarite potrebbe esserci stato l’ormeggiatore dello scalo turistico ligure, Daniel Lagno. L’uomo, rintracciato a Portofino, è stato sentito a lungo dai militari della capitaneria di porto incaricati di condurre le indagini sulla tragedia. «Non ho visto nulla - avrebbe detto - non mi sono accorto di alcun incidente». Stando alle prime indiscrezioni trapelate dagli uffici della capitaneria di porto blindata, succede tutto alle 17:15, di fronte al tratto di costa camogliese denominato “Le scalette”. Chi vive da queste parti conosce bene quegli scogli che degradano fino all’acqua limpida e consentono tuffi tranquilli. L’ingresso del porticciolo dista solo poche centinaia di metri e le imbarcazioni passano al largo, normalmente. A norma dovrebbero tenersi a quasi duecento metri.
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