ROMA - Imu sulla prima casa abolita, copertura del mancato gettito addossata ai proprietari di una seconda abitazione. Il decreto approvato dal governo reintroduce infatti l’Irpef sugli immobili non locati, categoria che comprende le case di vacanza oppure appartenenti a cittadini residenti all’estero. La tassa dovrà essere corrisposta allo Stato a novembre insieme all'acconto Irpef.
Una vera e propria stangata da un miliardo di euro valida già per l’anno fiscale 2013 in esplicita deroga allo Statuto dei contribuenti, che non consentirebbe l’introduzione di norme retroattive: l’articolo 6 del decreto stabilisce di assoggettare a tassazione Irpef il 50% del “reddito dominicale dei terreni non affittati e il reddito dei fabbricati non locati”, quest’ultimo da calcolare rivalutando del 5% la rendita catastale dell’immobile e aumentandola di un terzo. Se l’abitazione rimane sfitta solo in certi periodi dell’anno, l’imposta verrà determinata in modo proporzionale. Nel 2012 sono stati 15,3 milioni gli italiani che hanno versato l’Imu sulla seconda casa.
Nel concreto, uno studio de Il Corriere della Sera evidenzia la pesante incidenza dell’Irpef sulle finanze dei contribuenti: considerando un trilocale di 80 mq, classe catastale A/3, un proprietario con reddito annuo di 30mila euro può arrivare a pagare fino a 368 euro in più rispetto all’anno scorso se residente a Roma, 290 euro nel caso di Milano. L’Irpef su un’abitazione di 110 mq, classe A/2, di un cittadino di reddito pari a 80mila euro supererà l’Imu 2012 di oltre 800 euro a Torino, mentre a Bologna sfiorerà i 700. Un aumento ancora più consistente se paragonato all’imposta dovuta nell’anno 2011, nell’ordine dei 1000 euro nelle grandi città: allora Irpef e Ici venivano sommate, ma le aliquote sull’Imposta comunale – calcolata su un imponibile nettamente inferiore - erano più basse.
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