La Arctic Sunrise nell'Artico |
MARE DI KARA (Artico) - L’ Arctic Sunrise, la nave rompighiaggio di Greenpeace in missione nei mari artici contro le trivellazioni petrolifere, ha deciso di allontanarsi dalla Rotta del Mare del Nord (Northern Sea Route, NSR) sotto la minaccia della guardia costiera russa di ricorrere all’uso della forza e delle armi.
Ieri mattina la guardia costiera russa è salita a bordo dell’Arctic per una“ispezione” obbligatoria,a seguito di una protesta pacifica. Quattro membri della guardia costiera russa sono saliti a bordo della nave senza alcun permesso dopo che un gruppo di attivisti aveva aperto dei banner “Save the Arctic” sui gommoni vicini alla nave Geolog Dmitry Nalivkin. Questa nave è stata noleggiata dalla compagnia Rosneft, di proprietà dello stato russo, e dal gigante americano Exxon Mobil.
Il mare di Kara |
“La nostra spedizione - spiega Greenpeace in un comunicato - rappresenta i quasi 4 milioni di persone che vogliono difendere l’artico (www.SaveTheArctic.org) e che vogliono conoscere i rischi che si nascondono dietro le trivellazioni di petrolio, ma le autorità russe continuano a voler bloccare ogni nostra azione. La nostra protesta è interamente sicura e pacifica, mentre l’esplorazione artica costituisce una minaccia enorme al fragile ecosistema Artico e alle specie animali che vi dimorano. Lo scorso mercoledì il governo russo aveva negato all’Arctic Sunrise il permesso di entrare nella rotta del Mare del Nord, nonostante la nave soddisfacesse tutti i requisiti di sicurezza richiesti. Questo divieto di ingresso è stato un chiaro tentativo del governo russo di soffocare le voci di coloro che criticano l’industria petrolifera. Non ci siamo fatti intimidire, forti del fatto che la nostra è una protesta pacifica: nonostante il divieto, sabato mattina l’Arctic Sunrise ha fatto ingresso nel mare di Kara” che è una porzione meridionale del Mar Glaciale Artico ed è ricoperto da ghiaccio per la maggior parte dell'anno ad eccezione di poche settimane in estate quando è possibile la navigazione. Il mare è ricco di giacimenti di petrolio non ancora sfruttati.
La nave si appresta adesso a lasciare la sua rotta per evitare di far correre rischi all’equipaggio, ma continuerà a testimoniare e a fare luce sulle attività delle compagnie petrolifere nella Russia artica. Greenpeace chiederà al governo olandese di protestare formalmente con il governo russo “per questa evidente violazione non solo del diritto internazionale della navigazione ma anche di quello di espressione”.
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