Giovanni Carlo Mura |
MONDOVI’ (Cuneo) - Resta al momento un rebus l'omicidio di Giovanni Carlo Mura, 22 anni, operaio, il giovane accoltellato e bruciato ieri in una stradina del rione Altipiano, a Mondovì (Cuneo). Anche oggi gli investigatori hanno raccolto le testimonianze di amici e famigliari, tra i quali quella del padre, che vive e lavora a Genova dopo la separazione dalla moglie. Gli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Riccardo Baudinelli, continuano ad acquisire elementi sulla vita e le frequentazioni della vittima, in particolare sulle sue ultime ore di vita. Si stanno esaminando i tabulati delle telefonate fatte e ricevute dal cellulare di Mura, che è stato ritrovato vicino a dove è stato trovato il corpo. Sulla stradina di Altipiano sono sfilati stamani famigliari, amici, conoscenti e anche molti curiosi. I parenti più stretti hanno depositato un mazzo di rose bianche. "Me l’hanno ammazzato, bisogna fare di tutto per trovare chi l’ha fatto’’, sono le poche parole della madre, Iolanda, 49 anni, che ha effettuato il riconoscimento del cadavere con l’altro figlio, Renato, 20 anni. Assistita dall’avvocato Luca Borsarelli, è stata ascoltato a lungo dai carabinieri. ‘’Ieri sera Giovanni e’ uscito presto. Anche io sono uscita, e al mio rientro non c’era ancora - e’ il suo racconto -. Stamattina non l’ho visto, ma non ero preoccupata, perché si alzava presto la mattina per andare al lavoro’’. In paese Mura viene descritto come un giovane schivo, con pochi amici. Qualcuno sostiene che avesse tendenze omosessuali, ma gli investigatori non confermano, altri invece che avesse una fidanzata a Torino. Il suo corpo è stato identificato grazie a uno zainetto, trovato non distante dal luogo del delitto; all’interno un berretto, un libro fantasy e, appunto, i suoi documenti. L’uomo sarebbe stato impiccato ad un albero con un cavo elettrico, parte del quale è rimasto appeso ad un ramo. Poi l’omicida avrebbe trasportato il corpo dal lato opposto della strada, dove è stato ritrovato da un passante. Evidenti, infatti, le macchie di sangue sull’asfalto. Il cadavere, al momento dell’arrivo dei carabinieri, era a pancia in giù e quando il medico legale lo ha girato i segni di strangolamento erano evidenti. Sul corpo sono state trovate numerose ferite d’arma da taglio, almeno una decina, in particolare al torace e all’addome.
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