martedì 5 marzo 2013

Calabria: maxioperazione contro le cosche, 20 arresti e sequestro di beni per 450 milioni


Tra gli arrestati il padre del giocatore del Pescara Sculli e un uomo dell’Ira

REGGIO CALABRIA - La guardia di finanza ha arrestato 20 persone legate alle cosche calabresi Morabito e Aquino e sequestrato il "tesoro" della 'ndrangheta: beni mobili, immobili, società commerciali e villaggi turistici per un valore di circa 450 milioni di euro. Tra gli arrestati figurano il boss Rocco Morabito, figlio di Giuseppe "'u tiradrittu", e Francesco Sculli, genero del boss Giuseppe Morabito e padre del giocatore del Pescara, Giuseppe Sculli.
Le indagini hanno accertato come le cosche Morabito e Aquino, attraverso una rete di società italiane ed estere, fossero riuscite a garantirsi la gestione, il controllo e la realizzazione di decine di importanti e noti complessi immobiliari turistico-residenziali nelle più belle aree balneari della Calabria. Le cosche, secondo gli investigatori, stavano cercando il consenso della popolazione assumendo maestranze locali e tentando di creare un indotto commerciale turistico. 

Partendo da un "controllo passeggeri” effettuato nel 2008 a Bari, che lasciava ipotizzare un coinvolgimento di esponenti della 'ndrangheta nella costruzione di un complesso turistico-alberghiero, le Fiamme gialle hanno iniziato a investigare sulla gestione di numerosi complessi turistico-residenziali in Calabria, arrivando a dimostrare un intreccio trasversale di interessi tra le potenti famiglie Morabito e Aquino e importanti imprenditori spagnoli. Gli investigatori hanno quindi ricostruito i ramificati investimenti nel settore turistico da parte di calabresi e spagnoli, a loro volta in affari con esponenti di vertice della 'ndrangheta della Jonica, i quali sono risultati essere i veri artefici e promotori del business.

La guardia di finanza ha poi scoperto come nell'affare si fosse inserito anche un personaggio considerato vicino all'Ira, l'organizzazione terroristica irlandese, il quale grazie all'intermediazione di un noto imprenditore campano aveva trovato nel rapporto con le organizzazioni criminali calabresi il modo per reimpiegare ingenti somme di denaro.

 In manette sono finiti Rocco Aquino, Francesco Arcadi, Domingo Bernal Diaz, Giuseppe Carrozza, Antonio Cuppari, Henry James Fitzsimons, Sagredo Jorge Pablo Lamberti, Rocco Morabito, Antonio Domenico Muccari, Antonio Raimondo, Daniele Scipione, Francesco Sculli, Francesco Strangio, Fausto Ottavio Strangio, Sebastiano Sisto Strangio, Domenico Vallone, Antonio Velardo, Bruno Verdiglione, Domenico Vitale e Sebastiano Vottari.

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